Spara dal tetto e ferisce operaio: anche a Vicenza idiozia ad aria compressa
Dopo il caso del 59enne romano che ha ferito gravemente una bimba rom, un altro uomo si è improvvisato pistolero mettendosi a sparare dal terrazzo. Stavolta è successo a Cassola, in provincia di Vicenza, e ad andarci di mezzo è stato un incolpevole operaio capoverdiano, che stava lavorando su una pedana mobile a sette metri di altezza.
L’operaio 33enne, dipendente di una ditta di impianti elettrici con sede a Vicenza, stava collegando le luminarie davanti al Municipio, quando ha sentito un colpo d’arma da fuoco, avvertendo subito dopo un violento bruciore alla regione lombare sinistra. Ferito e dolorante, è stato immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale di Vicenza per gli accertamenti e le cure, dopo i quali è stato dimesso con una prognosi di 7 giorni. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che, dopo una prima ricostruzione della vicenda, hanno diretto le loro attenzioni su un condominio vicino.
Nell’ispezione del palazzo i carabinieri hanno trovato su un terrazzo condominiale alcuni pallini di piombo per un’arma ad aria compressa. Durante la perquisizione dell’appartamento di un 40enne, gli uomini dell’Arma hanno trovato e sequestrato una carabina calibro 4,5 mm ad aria compressa, un’arma a libera vendita, utilizzata appunto per ferire l’operaio. L’uomo, che è stato denunciato per esplosioni pericolose e lesioni aggravate, si è giustificato dicendo che voleva colpire un piccione. E gli stessi investigatori hanno fatto sapere di non aver trovato nulla, durante la perquisizione, che potesse far pensare a un movente razziale.
Pd e Cgil, però, hanno subito attribuito l’episodio a un clima «di odio, di razzismo e di violenza che sta crescendo nel Paese», tuonando contro chi lo alimenta. Uno schema simile a quello messo in piedi per il precedente gravissimo di Roma: non appena si è saputo che la vittima era una bimba rom, subito le forze della sinistra hanno strumentalizzato il caso a fini politici, agitando l’allarme razzismo. A distanza di dieci giorni dall’episodio, però, l’ex dipendente del Senato resta indagato “solo” per lesioni gravissimi, senza che sia stata formulata l’aggravante dell’odio razziale.
Ovviamente la “sinistra” non si scandalizza se una zingara elemosina fra le auto, con un neonato in braccio sotto il sole cocente del pomeriggio!