Predire la leucemia si può: ecco il test che “prevede” il cancro prima che si manifesti
Uno studio pubblicato su Nature annuncia grandi progressi della ricerca e significative incidenze sulla prevenzione delle malattie. E allora, è notizia di questi giorni, che un test del sangue potrà predire il rischio di leucemia anni prima che il cancro si manifesti.
Un test può arrivare a prevedere la leucemia prima che la malattia si manifesti
La prospettiva si apre grazie a uno studio, pubblicato su Nature, che ha scoperto alcuni cambiamenti genetici già presenti nei sani, ma indizio di un’alta probabilità di sviluppare in futuro la forma mieloide acuta del tumore ematologico. Una patologia molto aggressiva che può insorgere a ogni età, colpisce ogni anno circa 5 persone su 100mila e può portare a emorragie e infezioni mortali. Sul fronte terapeutico pochi progressi sono stati fatti per molti decenni, e per la maggior parte dei pazienti ci sono ancora poche speranze. Ma ora arriva il lavoro, condotto da scienziati del Wellcome Sanger Institute inglese e dell’European Bioinformatics Institute Embl-Ebi, insieme a collaboratori internazionali fra cui colleghi del Princess Margaret Cancer Centre in Canada o del Weizmann Institute in Israele, e che offre «la prima evidenza della possibilità di identificare molti anni prima chi potrebbe sviluppare una leucemia mieloide acuta (Aml)», spiega George Vassiliou del Wellcome Sanger Institute e del Wellcome-Mrc Cambridge Stem Cell Institute, consulente ematologo al Cambridge University Hospitals Nhs Trust. «Ora – aggiunge – la nostra speranza è sviluppare test di screening efficaci per riconoscere chi rischia di più e indirizzare la ricerca verso la prevenzione o la possibilità di fermare la progressione del tumore».
La svolta con la scoperta delle “spie genetiche pre-tumorali”
Per risalire alle radici della leucemia mieloide acuta, gli autori hanno attinto allo studio Epic in corso dal 1992 sui legami fra cancro e alimentazione. Poiché nel tempo alcuni dei partecipanti arruolati si sono ammalati di Aml, analizzando i loro campioni di sangue precedentemente prelevati e stoccati, gli scienziati hanno provato a capire se esistevano «spie genetiche pre-tumorali», presenti e riconoscibili anni prima che la patologia insorgesse. Confrontando i sequenziamenti di Dna effettuati sul materiale proveniente da 124 pazienti che avevano sviluppato la leucemia con quelli da 676 persone non colpite, l’équipe ha così scoperto che molti fra coloro che successivamente si sono ammalati di Aml mostravano particolari alterazioni che li distinguevano dagli altri. «La leucemia mieloide acuta appare spesso all’improvviso – commenta Grace Collord del Wellcome Sanger Institute e dell’università di Cambridge, primo autore del paper – quindi siamo stati sorpresi nello scoprire che le sue origini sono generalmente rilevabili più di 5 anni prima che la malattia si sviluppi. Questo fornisce la “prova di principio” che sviluppare un test per identificare le persone ad alto rischio di Aml è possibile».
la Leucemia non si può predire, ma si può guarire piano piano, con le giuste precauzioni