Nicaragua, persino il comunista Ortega se la prende con le ong
Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha ammesso che 195 persone sono morte dall’inizio della crisi che ha messo in ginocchio il Paese, lo scorso aprile. In un’intervista con la Cnn, rilasciata sabato nel suo ufficio a Managua e diffusa oggi, ha affermato che il bilancio delle vittime fornito dalle agenzie umanitarie, che parla di più di 400 morti, non è reale. “Questi dati, che vengono gestiti attraverso alcune ong e dalla Commissione interamericana dei diritti umani, non sono stati depurati. Sono semplicemente denunce ricevute che si continuano ad aggiungere al bilancio delle morti senza verificarle”, ha detto Ortega. I dati che abbiamo, e non sono piccoli, parlano di 195 vittime”, ha sottolineato il 72enne presidente, che ha attribuito le vittime a “scontri” tra forze governative e manifestanti. Ortega ha poi criticato organizzazioni umanitarie riconosciute come Amnesty International, sostenendo che hanno fatto “visite mediche” (molto brevi) e che sono manipolate da ong locali contrarie al governo. “Queste agenzie spingono le persone a denunciare e inventano qualsiasi cosa”, ha detto. Il presidente, le cui dimissioni sono chieste con forza dall’opposizione, ha escluso un referendum per vedere se la popolazione sia favorevole o meno a elezioni anticipate o meno, perché sarebbe molto costoso. Ortega propone invece di “creare le condizioni per rafforzare” il dialogo nazionale, che è stato ora sospeso. Proprio a tal fine, Ortega ha sottolineato di essere in contatto “con il segretario generale delle Nazioni Unite, con altre organizzazioni internazionali e con il Cardinale Leopoldo José Brenes”, Presidente della Conferenza Episcopale nicaraguense.