La storia di Mia, la cagnolina buttata in acqua con una pietra al collo, diventa un caso politico

16 Lug 2018 18:02 - di Ginevra Sorrentino

Quanto accaduto a Mia a Valderice, nel Trapanese, la cagnolina buttata in acqua con una pietra al collo, è sicuramente sintomo di una crudeltà e di una ignoranza che spesso, nel periodo estivo, sembrano prendere il sopravvento nelle menti più perverse e negli animi più brutali. È solo un caso, allora, se la piccola Mia (ritratta nella foto postata sul web dal Nucleo Operativo Italiano tutela degli animali), è riuscita a salavarsi dopo il tentativo del padrone di ucciderla. Già, perché come altro interpretare il gesto di un un uomo che lega intorno al collo del proprio cane una corda con un pietra e poi la getta in acqua?

La storia di Mia, la cagnolina buttata in acqua con una pietra al collo

Sulla pagina Facebook del Nucleo operativo italiano tutela animali, leggiamo che la cagnetta non voleva farsi il bagno; così il padrone gli ha legato una gigante pietra al collo con una corda e l’ha lanciata in mare. «Fortuna ha voluto che alla scena abbiano assistito altri bagnanti che hanno subito salvato il cane, avvisando le forze dell’ordine. Il cane adesso si trova presso un ambulatorio veterinario», immaginiamo terrorizzata, sfiduciata e, decisamente, viva per miracolo. «Questo “signore” lo denunciamo e lo portiamo in Tribunale. Ve lo promettiamo!!!!», si legge ancora dal Noita: ed è quello che ci si augura accada. Del resto, oltre che un grave esempio di disumanità, questo terribile episodio, che ha destato indignazione rabbia nell’opinione pubblica, è diventato ora anche un caso politico, specie se – come sempbra valere per i ministri ministri Alfonso Bonafede e Sergio Costa – c’è chi, nelle aule di governo, e non solo sulla scia dell’emozione suscitata dalla violenza inflitta a Mia, è tornato ad invocare pene più aspre per chi maltratta gli animali.

I ministri Bonafede e Costa annunciano pene più severe per chi maltratta gli animali

Dunque, per il momento almeno i ministri Bonafede e Costa non hanno dubbi: «Aumenteremo le pene verso chi maltratta gli animali, garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente perseguiti. Quanto accaduto a Mia non dovrà ripetersi più!», scrive il ministro della Giustizia Bonafede su Facebook. «È stata coraggiosa e forte la cagnolina! – gli fa eco sempre su Facebook il ministro dell’Ambiente Costa –. E sono stati eccezionali i bagnanti che l’hanno soccorsa, allertato le forze dell’ordine e concorso a denunciare il padrone. Gli animali sono i nostri compagni di vita, i nostri fedeli amici: il loro maltrattamento è un delitto atroce e mi muoverò affinché le pene siano inasprite. Noi, come ministero, ci costituiremo senz’altro parte civile nell’eventuale processo». E ancora: «Ringrazio di cuore quei cittadini che si sono attivati. Continuate a farlo! Continuate a denunciare i maltrattamenti e gli abbandoni – conclude Costa – Noi, saremo al vostro fianco e faremo la nostra parte».

Mia, un caso che scuote le coscienze e che investe la magistratura

Nel frattempo, il Nucleo operativo italiano tutela animali fa sapere che l’obiettivo del loro staff legale è quello di «ottenere in Tribunale il massimo della condanna e la confisca dell’animale, in modo che il proprietario ne perda la “proprietà”. Abbiamo inviato una “richiesta di accertamento” ai Carabinieri del Comune ove vive il balordo», si legge in un post del Noita che poi aggiunge: «Secondo alcune segnalazioni infatti, l’uomo avrebbe in casa altri animali, motivo per cui abbiamo chiesto al militari dell’Arma di intervenire, sequestrando in via cautelativa tutti gli animali in suo possesso». Oltretutto, il presidente del Noita Enrico Rizzi ha anche incontrato il sindaco di Valderice, Francesco Stabile, il quale ha accolto l’invito a «seguire, congiuntamente alla mia associazione, tutto l’iter giudiziario, annunciando la costituzione di parte civile contro il balordo». Rizzi dal canto suo ha garantito al sindaco che “seguirà personalmente la povera Mia, affinché appena uscita dall’ambulatorio ove è attualmente ricoverata, possa trovare una famiglia pronta ad accoglierla, in attesa della “confisca” definitiva disposta dalla Magistratura».

Commenti

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  • Attilio PIVA 17 Luglio 2018

    Veramente stiamo toccando il fondo,e devo cnfermare che la ” bestia piu’ squallida e’ l’ uomo. “

  • Ivan Italico 16 Luglio 2018

    Basterebbe legare una pietra al collo del padrone e buttarlo in acque profonde.
    Solo così si risolvono queste questioni.
    Senza rabbia e senza cattiveria.