Atac, nuova batosta per Raggi: per l’Anticorruzione la proroga è «illegittima»

21 Lug 2018 11:14 - di Redazione
sciopero

Concordato dell’Atac a rischio per la bocciatura dell’Autorità anticorruzione della proroga al 2021 del contratto concessa dal Campidoglio alla sua municipalizzata, proroga già impugnata a maggio scorso dall’Antitrust che l’aveva giudicata dannosa per la concorrenza.

In un documento rivelato dal Messaggero, ora anche il pool di Raffaele Cantone boccia l’operazione segnalando «gravi perplessità» e «seri dubbi» sulla proroga anche per quanto riguarda il rispetto della disciplina dei contratti tanto più che i livelli di servizio dell’Atac «non si sono mai allineati» agli standard pattuiti. «Parole di cui i giudici del tribunale fallimentare dovranno tenere conto», sottolinea il quotidiano. L’Anac denuncia «un’inerzia amministrativa pluriennale… che ha inficiato ogni principio alla base della contrattualistica pubblica» con «evidenti sintomi di dissesto economico finanziario dell’azienda», che hanno «riscontro fin dagli atti del 2010, insieme al costante abbassamento dei livelli standard di erogazione del servizio». Ma soprattutto, si segnala nel documento, «nonostante la sussistenza dei poteri di controllo», il Campidoglio non ha «provveduto a un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi o sulle proprie strutture».

Sembrerebbe, secondo l’Anticorruzione, «che i controlli effettivi sulle decisioni strategiche e sulle singole decisioni di gestione si siano limitati nel corso degli ultimi anni a fotografare la situazione di dissesto aziendale poi affrontata nel settembre 2017 con il ricorso alla domanda di concordato e la contestuale estensione del contratto di servizio tra Roma Capitale e Atac» fino al 2021. La proroga biennale voluta dal M5s per evitare il fallimento del concordato, già bocciata dall’Antitrust perché giudicata «estranea al perseguimento dell’interesse pubblico generale», avrebbe potuto essere consentita solo «nelle more dell’espletamento» di una gara tanto più che non ci sarebbe stato nessuno stop al servizio che – ha spiegato il Tribunale civile – sarebbe comunque garantito «fino al subentro di un altro soggetto aggiudicatario della gara». Invece dal Campidoglio, continua l’Anticorruzione, non arrivano segnali di «alcuna attività istruttoria riconducibile all’avvio» di una gara, anche se il tempo fino al 2019, quando scade l’attuale affidamento, sarebbe «del tutto sufficiente a porre in essere quanto richiesto» dalle norme Ue.

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