Sicurezza, la sinistra lascia in eredità la paura: gli italiani vogliono difendersi

27 Giu 2018 11:55 - di Alberto Consoli

Cresce la voglia di sicurezza tra gli italiani. Il 39%  è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale. Il dato è in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. Più favorevoli sono le persone meno istruite (il 51% tra chi ha al massimo la licenza media) e gli anziani (il 41% degli over 65 anni). È quanto emerge dal 1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis con Federsicurezza.

Mai come in questi anni è cresciuta la precezione di un’insicurezza diffusa e mai veramente contrastata dai governi di centrosinistra, incuranti della miccia esplosiva innescanta da un’accoglienza senza criteri e certezze. Ne hanno fatto le spese gli italiani. Il Censis registra anche l’aumento del numero degli italiani che possono sparare: nel 2017 nel nostro Paese si contavano 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall’uso caccia alla difesa personale), con un incremento del 20,5% dal 2014 e del 13,8% solo nell’ultimo anno. La crescita più forte si è avuta per le licenze per il tiro a volo (sono quasi 585.000: +21,1% in un anno), più facili da ottenere. Si può ritenere che oggi complessivamente c’è un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani.

Si moltiplicano le paure e la sensazione di insicurezza.  Il 31,9% delle famiglie italiane percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive. Le percentuali più alte si registrano al Centro (35,9%) e al Nord-Ovest (33%), ma soprattutto nelle aree metropolitane (50,8%), dove si sente insicuro un cittadino su due. La criminalità continua ad essere ritenuta un problema grave per il Paese, segnalato dal 21,5% degli italiani, al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale e le tasse eccessive. La legittima difesa è sempre stata uno dei punti fermi del centrodestra, in opposizione al buonismo dei governi di centrosinistra che hanno sempre fatto arenare od annacquare ogni norma tesa alla difesa dei cittadini. Ora il governo avrà l’opportunità di operare scelte diverse dal passato. Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che vivono in contesti più disagiati e hanno minori possibilità di utilizzare risorse economiche personali per l’autodifesa: per loro la criminalità diventa il secondo problema più grave del Paese (segnalato dal 27,1%), dopo la mancanza di lavoro.

 Gli italiani si blindano – Il 92,5% degli italiani adotta almeno un accorgimento per difendersi da ladri e rapinatori. Il più utilizzato è la porta blindata, che protegge dalle intrusioni le case di oltre 33 milioni di italiani (il 66,3% della popolazione adulta), 21 milioni di cittadini (il 42%) si è dotato di un sistema d’allarme, più di 17 milioni (il 33,5%) hanno montato inferriate a porte e finestre, quasi 16 milioni (il 31,3%) hanno optato per vetri e infissi blindati, più di 15 milioni (il 30,7%) hanno installato una telecamera, poco meno di 10 milioni (il 19,4%) hanno comprato una cassaforte per custodire i propri beni. Per precauzione lasciano le luci accese quando escono di casa poco meno di 15 milioni di italiani (il 29%).

Forze dell’ordine diminuiscono e invecchiano – Le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani, ma si trovano alle prese con i tagli della spesa pubblica (-1,4% in termini reali la spesa per l’ordine pubblico e la sicurezza nel periodo 2008-2016, -6,4% la spesa per il personale). Nonostante le nuove assunzioni previste, gli agenti sono sempre di meno e sempre più anziani. Tra il 2008 e il 2016 si registrano 22.000 uomini e donne in meno nei diversi Corpi di polizia (in particolare, 86.000 under 45 in meno). Oggi il 7,8% degli operatori della sicurezza pubblica ha più di 55 anni, mentre nel 2008 gli over 55 erano solo l’1,9%.

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