Rispettando l’accordo di de-escalation in Siria gli iraniani stanno ripiegando
Siria verso la normalità. Le milizie armate iraniane o quelle fedeli all’Iran hanno iniziato a ritirarsi dalle loro posizioni nel sud della Siria. È quanto rivelano fonti della società civile nelle aree sotto il controllo dell’opposizione armata nel sud siriano, che riferiscono di colonne militari in marcia dalle loro posizioni verso il nord di Daraa. Stando a queste fonti, il ritiro di queste forze, iniziato sabato, sarebbe il frutto delle condizioni poste da Stati Uniti e Israele nel quadro dell’accordo sulle zone di de-escalation nel sud della Siria, ma altre fonti del Fronte meridionale, alleanza di fazioni armate fedeli all’Esercito siriano libero (Esl) nel sud, affermano che le milizie si stanno trasferendo nelle caserme del regime dove stanno sostituendo mezzi e divise per poi tornare a sud, sottolineando che ai checkpoint stanno facilitando il loro transito. Dal canto suo, un’altra fonte ha fatto sapere che vi è l’intenzione di “sciogliere i gruppi paramilitari fedeli alle forze governative o quelle addestrate e finanziate dall’Iran”, mentre Hezbollah e le forze fedeli all’Iran stanno ritirando i loro miliziani dal triangolo Daraa-Quneitra-Rif sudoccidentale di Damasco in direzione del Qalamoun occidentale, mentre consulenti iraniani si ritireranno verso il sud di Damasco. Elementi di nazionalità non siriana sono stati integrati nelle forze del regime, mentre le forze della Quarta divisione sono arrivate nelle regioni che Damasco ha minacciato di attaccare nel sud, probabilmente per dispiegarsi lungo il confine con il Golan occupato e con la Giordania. Come da proposta russa, le forze dell’opposizione siriana resteranno come forze locali nelle aree sotto il loro controllo, dove saranno fatte entrare le istituzioni governative, ma non i militari del regime, continua la fonte. La settimana scorsa, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva dichiarato che le forze iraniane dovevano ritirarsi dal sud della Siria, mentre il suo vice Mikhail Bogdanov aveva annunciato l’ipotesi di un incontro a tre tra Russia, Usa e Giordania per discutere del futuro del sud siriano.