La Russa a Conte: «Guarderemo ai fatti, non ci fidiamo solo degli annunci»

5 Giu 2018 18:10 - di Mariano Folgori

FdI si asterrà nel voto di fiducia sul governo Conte. Le ragioni di Fratelli d’Italia sono state illustrate dal vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa. «Noi guarderemo ai fatti, non possiamo fidarci solo degli annunci», ha detto l’esponente di FdI.  Perché gli «annunci di oggi» dimostrano la volontà  di Conte di mantenersi in equilibrio tra i «due contraenti» del patto di governo. «Lei ha dovuto barcamenarsi con abilità», ha incalzato La Russa rivolgendosi al presidente del Consiglio in attesa della fiducia. Per il vicepresidente del Senato, il discorso di Conte è risultato pieno di «ma anche», come eravamo abituati a sentire da diversi esponenti della Seconda Repubblica: «Lei ha detto sì alla Nato ma anche alla Russia». Da segnalare, a corredo del capitolo internazionale, l’esortazione dell’oratore a «non essere supini ai diktat dell’Europa».

Quanto alla flat tax, questo è l’invito che La Russa ha rivolto a Conte: «Al primo Consiglio dei ministri fissi al 15 per cento il reddito incrementale». Quando la si potrà applicare realmente  – è opinione dell’esponente di FdI -, si vedrà che la flat tax – contrariamente a quanto sostengono i suoi detrattori-  «servirà ai meno abbienti».

Capitolo corruzione: per La Russa non ci vuole il (o la) Daspo, ma il carcere. Argomento delicato è quello  dell’immigrazione: «È d’accordo sul blocco navale?», ha chiesto l’oratore a Conte. «È d’accordo sugli hotspot fuori dall’Italia per non far partire le carrette della morte?». Capitolo finale quello della riforma delle istituzioni: «Vogliamo sapere se questo governo vuole davvero dare all’Italia la democrazia diretta, soprattutto attraverso l’elezione  diretta del capo dello Stato, istituto che si sposi con una maggiore autonomia regionale». A conclusione dell’intervento un richiamo a Philip Roth (l’apprezzato scrittore americano recentemente scomparso) e alla sua Pastorale americana. «Faccia – ha detto La Russa sempre rivolto a  Conte – una Pastorale italiana per evitare un disastro che, se nel caso di Roth era familiare, nel nostro sarebbe nazionale»

Commenti

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  • Andrea Costa 5 Giugno 2018

    Troppo autonomismo, troppa Lega. A rischio, pesante, anche la Capitale d’Italia. Non starò con le mani in mano ad assistere allo spezzatino d’Italia in nome del secessionismo “morbido”, delle autonomie speciali, del “lombardo-veneto”. C’è una vera corrispondenza “amorosa” tra la Sudtiroler Volkspartei e il premier Conte. Buttate un occhio lì, per favore.