In salita la missione di Conte al consiglio europeo. Italia pronta a dire no
Non è sicuro che i capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti a Bruxelles possano arrivare a concordare una formulazione delle conclusioni del Consiglio europeo in materia di migrazioni che possa soddisfare l’Italia. Lo si apprende da fonti italiane, mentre è in corso il summit. Pertanto, non è affatto escluso che alla fine il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come ha detto chiaramente entrando, possa decidere di non approvare le conclusioni del Consiglio Europeo.
La mancata approvazione delle conclusioni del Consiglio (che o sono unanimi o non sono) da parte di un Paese, pur non costituendo un vero e proprio veto, è una cosa che accade raramente: l’ultima volta è successo nel marzo 2017, quando l’allora premier della Polonia Beata Szydlo decise di non approvarle, indispettita per la rielezione a presidente di Donald Tusk, inviso al Pis, il partito ultranazionalista che esprime il governo polacco. L’Italia, per sottoscrivere le dichiarazioni dei leader in questo summit, chiede che almeno alcuni dei principi chiave della proposta sulle migrazioni presentata da Conte (European Multilevel Strategy on Migration) vengano riconosciuti nelle conclusioni, che danno l’indirizzo alle politiche dell’Ue. L’Italia punta ad una compartecipazione delle capitali europee su porti di sbarco e smistamento dei migranti, un’idea che trova contrari non solo i quattro di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia), ma anche Austria e Danimarca.
Non si sa ancora se si riuscirà a trovare una formulazione delle conclusioni che possa soddisfare le richieste italiane: “Non lo sappiamo. E non sappiamo esattamente che cosa occorrerebbe” per trovare una formulazione che soddisfi l’Italia, risponde una fonte Ue. L’unica cosa che appare sicura è che la discussione sulle migrazioni si preannuncia lunga e potrebbe andare avanti fino a notte inoltrata. Il riconoscimento nelle conclusioni della necessità di evitare i movimenti secondari, cara ad Angela Merkel che ne ha assoluto bisogno per placare la Csu di Horst Seehofer, per l’Italia è subordinata al fatto che venga affrontato il problema dei movimenti primari. Conte vuole che dalle parole di solidarietà nei confronti dell’Italia si passi ai fatti, chiede che alle istanze italiane sia dato ascolto. In sostanza, se le conclusioni del Consiglio fossero formulate in modo da recepire esclusivamente le istanze della Germania, ignorando quelle italiane, che da anni si occupa, in relativa solitudine, degli arrivi dei migranti attraverso il Mediterraneo Centrale e di tutto ciò che ne consegue, allora l’Italia non le approverà.
S’è visto, il conte è tornato contadino con la sveglia al collo, grazie di maio, anzi di pejo !