Boccia l’alunno e i genitori lo pestano. La mamma del prof su Fb: che Italia è questa?
Ci risiamo: ancora prof aggrediti da genitori che mal sopportano un brutto voto o, peggio ancora, una sonora bocciatura. Una guerra con relativo bollettino dei feriti, quella che emerge a fine anno scolastico, e che torna a mettere i prof in trincea e i genitori degli alunni meno meritevoli – o reputati tali – in prima linea.
Boccia l’alunno e i genitori lo pestano: prof aggredito a Roma
E allora, l’ennesima aggressione da parte dei genitori di un alunno ai professori “rei” di averne decretato la bocciatura, ha come teatro un istituto tecnico della capitale, l‘Itis Di Vittorio Lattanzio di via Teano. Di fornte i cancelli della scuola sono arrivate le volanti della polizia e l’ambulanza di rigore che, una volta giunti a destinazione come da segnalazione telefonica, non hanno potuto far altro che riscontrare tra il personale scolastico due feriti, trasportati in codice giallo in ospedale. L’accaduto è di un paio di giorni fa, ma la notizia è rimbalzata in rete dopo il post pubblicato su Fb da una donna che, affermando di essere la mamma del docente ferito, che ha appena 23 anni, raccontava l’aggressione spiegando che «la “colpa”» – se di colpa si può parlare– «del docente è stata quella di essere presente nel momento in cui veniva comunicato ai genitori la non promozione del figlio… insulti, minacce ai docenti e al dirigente scolastico».
La mamma del prof su Facebook: «Quale futuro ci attende?»
Dunque, ancora una madre pronta a intervenire, ma con ben altre modalità e fini decisamente diversi, un figlio: in questo un figlio insegnante alla sua prima esperienza dietro la cattedra. Per la cronaca va detto infatti – come peraltro ha provveduto a fare la madre del prof aggredito –che «il docente in questione ha soli 23 anni, ed è al suo primo anno di insegnamento … ed é mio figlio. Questa è l’Italia? – si legge nel post, che gira l’interrogativo a tutti catapultandolo nell’etere –. Chi tutelerà i docenti che sono i formatori della società di domani? Quale futuro ci attende?». Il futuro, come noto, non è dato saperlo: per il presente però, è sicuro che va fatto – e il prima possibile – un duro lavoro di rieducazione che parta dalle famiglie, dai genitori degli studenti, sempre meno capaci di incassare brutti voto e sentenze scolastiche…
i “genitori” devono essere rispediti a scuola, o meglio, in riformatorio. questo è il risultato del famoso “68”