«Un boato, poi sono finito per aria»: il racconto della tragedia di Torino
«È successo tutto in fretta, non so se sia stata fortuna o il fatto di non aver mai perso la lucidità o una combinazione di entrambe le cose ma mi sento miracolato. Ero nella prima carrozza, quella messa peggio». Così Marco Imparato, 19enne studente di matematica, rimasto ferito con diverse contusioni ieri sera nell’incidente ferroviario avvenuto a una trentina di chilometri da Torino, tra le stazioni di Rodallo e Caluso, un treno regionale e un tir nei pressi di Caluso e dimesso diverse ore dopo dal Cto.
«Avevo preso il treno a Torino Porta Nuova e mi sono addormentato. A Chivasso – ha raccontato il ragazzo ai cronisti che lo attendono davanti all’ospedale – mi sono svegliato poi ad un tratto ho sentito un boato, si sono spente le luci e in mezzo secondo sono stato sbattuto in aria, ho cominciato a rotolare, e quando sono ricaduto sul pavimento mi sono aggrappato con le mani alle pareti per smettere di essere sballottato tra le poltrone. Poi quando tutto è finito ho visto che c’era una finestra rotta e sono saltato giù, quindi ho cominciato a camminare per cercare aiuto».
«Non ho mai perso conoscenza, ho sempre cercato di rimanere sveglio e di collaborare. Pensavo fosse un sogno, invece non era così perché sentivo le botte», ha quindi concluso il ragazzo, raccontando di essersi messo disteso a terra in attesa dei soccorsi che, dopo le prime cure sul posto, lo hanno portato in ospedale.