Poche armi uguale meno delinquenza? È vero esattamente il contrario

7 Mag 2018 15:29 - di Giancarlo Cremonini

Riceviamo da Giancarlo Cremonini e volentieri pubblichiamo

Caro direttore, pochi giorni orsono il presidente americano Donald Trump ha avuto il coraggio di riaffermare una verità di per sé stessa evidente ma che non è possibile affermare perché va contro uno dei dogmi della sinistra e del politically correct, e cioè che le leggi sul controllo delle armi servono solo a disarmare la gente onesta lasciando armati solo criminali e terroristi. Questo ovviamente ha causato una alzata di scudi da parte della sinistra mondiale che fa del cosiddetto controllo delle armi uno dei suoi cavalli di battaglia. Per fare un esame obiettivo, non ideologico e non isterico del problema armi dobbiamo innanzitutto partire dalla legittima difesa che, non vi è dubbio alcuno, è un diritto naturale fondamentale dell’uomo, che nessun sistema e nessuna nazione possono denegare o conculcare. Stabilito, senza possibilità di equivoci, che la legittima difesa deve essere sempre consentita, ne discende necessariamente che lo Stato deve concedere, ai cittadini, di detenere i mezzi con cui esercitare tale diritto, altrimenti lo stesso rimarrebbe una vuota enunciazione di principio priva di reale contenuto. In altri termini, se i banditi usano armi da fuoco (illegali) per compiere le loro scorribande, i cittadini certo non possono difendersi a mani nude, ma devono avere anch’essi un’arma che permetta loro di esercitare pienamente tale diritto. Vietare le armi equivale a negare la legittima difesa. Per fare un esempio, non si può dire di volere la libertà di stampa e contemporaneamente vietare la detenzione di televisori, radio, antenne e giornali.

Vi è poi da sfatare dei luoghi comuni sulle armi che rischiano di diventare veri per il solo fatto che vengono ripetuti tante volte sui giornali e in televisione. Il primo è quello che vorrebbe che il commerciante armato rischi maggiormente la vita, in caso di rapina, di quello disarmato. Ciò non è assolutamente vero, perché le statistiche dimostrano che moltissimi commercianti sono stati uccisi, nel corso di rapine, sebbene fossero inermi e disarmati e non avessero opposto la benché minima resistenza. Semmai è vero esattamente il contrario, in quanto il cittadino armato certamente rende più rischioso il mestiere del rapinatore. Altro luogo comune duro a morire è quello che lega il tasso di criminalità al numero di armi in circolazione. In pratica si afferma che, tanto più è liberale la legislazione sulle armi, tanto maggiore e la violenza della società. Vale qui il caso di ricordare che, in Europa, il Paese più armato è la Svizzera (dove ogni cittadino abile alle armi conserva in casa il suo fucile mitragliatore e relativo munizionamento), ove la criminalità è praticamente inesistente mentre in Irlanda del nord, dovele armi sono bandite, per decenni vi è stata una violenza endemica con centinaia di omicidi. Nel Regno Unito, dove Tony Blair campione del pensiero liberal vietò tutte le armi, è in pauroso aumento il numero di omicidi compiuti con coltelli e armi bianche. Quindi possiamo ben dire che è semplicistico e antiscientifico collegare in via diretta, univoca ed immediata le armi alla violenza, poiché le ragioni che causano un alto tasso di criminalità in una determinata società sono ben più profonde e complesse. Infine bisogna ricordare – e non lo si farà mai abbastanza – che il proibizionismo sulle armi è tratto caratteristico e inconfondibile di tutte le dittature. Infatti, i tiranni che si sono succeduti nel mondo nelle varie epoche, hanno sempre cercato di disarmare i loro sudditi (forse sarebbe il caso di dire le loro vittime) in modo che queste non potessero in alcun modo difendersi dalle prepotenze e dalle angherie del potere. Lo hanno fatto i nazisti, lo hanno fatto i comunisti in Russia e Cina e lo hanno fatto i vari satrapi e dittatori locali africani, asiatici e sudamericani (ma non lo ha fatto Mussolini, a dimostrazione che quella fascista era una dittatura veramente atipica). E, ovviamente, nell’America schiavista e segregazionista non era consentito ai negri di detenere armi. Un popolo inerme e disarmato è il miglior humus per una la nascita di una dittatura.

In conclusione possiamo ben affermare che il diritto dei cittadini onesti di detenere e portare armi per scopi legali è diritto non meno importante e qualificante di altri quali la libertà di stampa e di opinione. Negare tale diritto equivale a limitare fortemente le libertà fondamentali della persona. Le leggi di settore devono tendere ad evitare che le armi finiscano in mani sbagliate e prevedere severe pene per chi mal le utilizza, ma mai devono essere finalizzate a colpire e vessare i cittadini per bene che hanno pieno diritto a detenerle per scopi legali. Ed, in chiusurà, sarà il caso di ricordare che quelle forze politiche catto comuniste che invocano il disarmo dei cittadini onesti sono le stesse che si battono per amnistie, indulti, immigrazione libera i incontrollata e per pene sempre meno severe per chi delinque.

Commenti

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  • Andrea 29 Marzo 2019

    Trovo l’articolo a dir poco semplicistico. La Svizzera, culturalmente ed economicamente è ben diversa dall’Italia e continuerà a rimanere tale, con o senza armi.
    Rendi la gente meno povera, più economicamente stabile, più colta, più istruita, più rispettosa del prossimo e dei beni comuni, ecc. e poi se vuoi puoi anche dargli una pistola da tenere nel cassetto. Direi che ragionare al contrario “prima gli diamo le armi, poi sistemiamo l’istruzione” è quantomeno criminale.

    Consiglio la lettura di questo articolo del NYT: https://www.nytimes.com/2017/11/07/world/americas/mass-shootings-us-international.html

    “…Rather, they found, in data that has since been repeatedly confirmed, that American crime is simply more lethal.
    A New Yorker is just as likely to be robbed as a Londoner, for instance, but the New Yorker is 54 times more likely to be killed in the process.
    They concluded that the discrepancy, like so many other anomalies of American violence, came down to guns.”

    E questo studio, tutto italiano (dell’Università degli Studi di Milano):
    https://www.anivp.it/admin/documenti_privati/Studio%202013%20su%20armi%20e%20violenza%20a%20Milano.pdf

    “Conclusioni
    Le armi da fuoco hanno ucciso maggiormente (64%) degli strumenti da punta e/o taglio (36%); tali mezzi sono risultati legalmente detenuti nel 40% dei casi (suicidi) ed illegali nel 22% (omicidi). I risultati impongono una rivalutazione dei criteri di concessione del porto d’armi.”

  • GENNARO TERMINE 10 Maggio 2018

    ARTICOLO STUPENDO, COMPLIMENTI ALL’AUTORE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    • giancarlo cremonini 13 Maggio 2018

      Grazie

  • Giovanni 8 Maggio 2018

    Articolo assolutamente veritiero e ineccepibile.

  • Vincenzo Amato 8 Maggio 2018

    Ineccepibile,direi.

  • Silvia Toresi 8 Maggio 2018

    La legittima difesa è sacrosanta!!!

  • Marco C 8 Maggio 2018

    Bravo, finalmente una corretta analisi sull’ argomento.
    L’ arma non è cattiva e neanche buona tutto dipende da chi la utilizza.
    Il delinquente la usa per offendere e l’ arma proviene da canali illegali.
    L’ onesto cittadino la usa per difendersi, sport o caccia. Si sottopone a tutte le costose normative e detiene solo armi legali.
    Questa è la banale realtà.
    Lotta strenua ai delinquenti e alle loro armi illegali e lasciate in pace gli onesti cittadini.

  • Aldo Barbaro 8 Maggio 2018

    Condivido quanto scrive Cremonini.L’unico controlo da fare è quello dell’idoneità al porto intendento per tale la capacità di usare le armi e l’integrità mentale.Non sarebbe male ripristinare il servizio di Leva per almeno 14 mese per maschi e femmine!

  • Massimilianodi SaintJust 7 Maggio 2018

    Non citano mai il Beccaria, cap XL, favorevole al libero porto d’armi nella Milano asburgica figuriamoci oggi. Bisogna ripristinare per 6 mesi il servizio militare e contro la TIRANNIA libere armi in libero Stato, mettere in Costituzione il 2° emendamento USA.Così finirebbero mafie e criminali!

  • GIAN GUIDO BARBANTI 7 Maggio 2018

    SACROSANTE PAROLE

    • Gianni Casali 13 Maggio 2018

      Complimenti per l’ottimo intervento condiviso!
      Allego una mia modesta proposta di legittima difesa:
      Appunti per una vera LEGITTIMA DIFESA
      La LEGITTIMA DIFESA – oltre all’interno del domicilio privato e alle pertinenze di esso e in ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, agricola, professionale o imprenditoriale – va estesa anche per quanto riguarda le altre proprietà private mobili quali: automezzi, roulotte, camper, siano essi in sosta che in movimento, per coloro che, legittimamente, presenti in quei luoghi usano un’arma regolarmente detenuta o qualsiasi altro mezzo idoneo al fine di difendersi. Chiunque rientri nell’ipotesi della difesa legittima, ma che ugualmente venga raggiunto da Avviso di Garanzia per i c.d. “atti dovuti” dell’A.G. procedente, ha diritto di beneficiare dell’Istituto del Gratuito Patrocinio legale per tutta la durata del procedimento che lo vede coinvolto.
      Deve essere escluso ogni tipo di risarcimento per i danni subiti dagli autori di fatti criminosi e/o loro eredi, causati dalla legittima difesa.
      ABOLIZIONE DEL REATO DI ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA
      La difesa o è legittima oppure no – non è configurabile un eccesso colposo in una fattispecie che deve prevedere o la legittimità o il dolo.
      CONCETTO DI DESISTENZA
      Non è configurabile alcuna desistenza attiva qualora l’autore del reato predatorio, datosi alla fuga perché sorpreso nell’atto criminoso, ancorchè fuori dalla proprietà privata e/o sue pertinenze, rimanga volontariamente in possesso, trattenendoli fattivamente, dei beni illegalmente sottratti.
      NELL’AMBITO DEL CONCETTO DI LEGITTIMA DIFESA DEVONO RIENTRARE:
      Spari a scopo intimidatorio; Modalità di detenzione legale di arma da fuoco; Reato di omessa custodia in caso di furto.
      SPARI A SCOPO INTIMIDATORIO
      Qualora si configuri l’ipotesi, assai frequente, che la vittima del reato di natura predatoria, o spettatore di reato ai danni di terzi, non si trovi nelle immediate adiacenze del teatro criminoso, pur essendovi buon testimone, deve poter procedere, senza remore, al tentativo di far cessare la condotta criminosa e far recedere l’autore o gli autori degli medesimi atti criminosi affinchè non siano portati a più gravi conseguenze. Un intervento diretto ravvicinato comporterebbe un rischio non calcolato e non calcolabile e giuridicamente non dovuto per cui, fermo restando il dovere di richiedere immediatamente l’intervento delle Forze di Polizia, non può essere punito e quindi risultare legittima, l’esplosione in aria di colpi d’arma da fuoco finalizzata a far cessare o a far desistere l’atto criminoso, dovendosi sempre configurare lo Stato di Necessità ex articolo 54 Codice Penale, modificato con l’estensione al Diritto di proprietà ed alla sua tutela.
      MODALITA’ DI DETENZIONE DELL’ARMA DA FUOCO
      Chi detiene legalmente un’arma ha il diritto di custodirla nella propria abitazione o domicilio e/o pertinenza di esse, con e nelle modalità più consone per poterla utilizzare in caso di legittima difesa; quindi montata, carica e facilmente raggiungibile in caso d’emergenza; resta salvo il dovere di renderla inaccessibile a minori o a persone non legittimate all’uso. In caso di assenza prolungata dal luogo di detenzione dell’arma medesima, la stessa deve essere conservata e custodita con modalità straordinarie quali, lo smontaggio, la separazione fisica dal munizionamento e/o il ricovero in armadi blindati, casseforti, cassette di sicurezza.
      OMESSA CUSTODIA – PATITO FURTO DI ARMA
      Non è punibile, né destinatario di misure amministrative penalizzanti, chi, vittima di furto o di rapina, si veda sottratto dell’arma detenuta e custodita secondo i ragionevoli criteri delineati come sopra.
      Cav. Ivaldo Casali (Ispettore Capo a.r. Polizia Municipale – R.E.)