Pamela, ultimo oltraggio: “Poteva mangiarsela a pezzettini nel brodo” (video)
Sono frasi che si fa fatica ad immaginare in bocca a un essere umano, eppure sono state pronunciate. Si tratta di un’agghiacciante conversazione tra Desmond Lucky e Lucky Awelima, indagati per l’omicidio di Pamela Mastropietro, che è stata diffusa nel corso della puntata del 9 maggio della trasmissione Chi l’ha visto?.
“L’intestino poteva tagliarlo a pezzi!”, dice Awelima e l’altri risponde: “Tagliarlo in pezzettini?”. Awelima: “Sì, pezzi, pezzi. Così buttava a pezzetti. Così sarebbe stato più facile, forse lui (Innocent) ha già ucciso una persona così”. I due fanno poi riferimento al fatto che l’assassino poteva mangiarsi il cuore della ragazza. E che poteva farne a pezzi il corpo per poi cucinarlo in brodo. Si tratta di intercettazioni sconvolgenti che danno ragione a quanto sostenuto mesi fa dal criminologo Alessandro Meluzzi, il quale fece riferimento ai rituali di cannibalismo propri della mafia nigeriana i cui adepti spesso fanno a pezzi le loro vittime e ne mangiano alcuni pezzi. Rivelazioni fatte da una popolare trasmissione che molti giornali hanno ignorato, ritenendo ormai archiviato un tragico caso di cronaca che ha messo a nudo profonde responsabilità politiche nel controllo dell’immigrazione, dei richiedenti asilo e degli immigrati che illegalmente continuano a soggiornare nel nostro Paese.
La tolleranza a un limite!! Rimpatriate tutti i clandestini a la nazione di nascita….e voi Italiani una protesta con 1 milione di persone a Roma….il governo deve ascoltare i suoi cittadini!!
La tolleranza a un limite! Per salvare Italia e gli Italiani rimpatriate tutti questi Africani criminali…voi siete il popolo non dovreste avere paura del vostro governo…fatevi sentire a voce potente..Marcia su Roma con 2 milioni di persone.
questi sono gli africani… anche il parassita sotto casa vostra che vi chiede l’elemosina e che teniamo in alberghi a 4 stelle è capace di farvi a pezzi se vuole… è la loro natura. Cacciamoli via tutti prima che si troppo tardi