Firenze, iraniano massacra la moglie davanti al figlio piccolo. Arrestato
Un’altra violenza maturato nel mondo degli immigrati. Intorno alle ore 20 di ieri, in piazza della stazione a Firenze una donna 49enne di origini iraniane, insieme al figlio di 10 anni, è corsa incontro ad un gruppo di Carabinieri del 13° Reggimento Gorizia nelle vicinanze in servizio di ordine pubblico, poiché era appena scappata dal compagno, anche lui iraniano, che la stava picchiando e minacciando di morte. Sul posto è subito sopraggiunto di supporto un equipaggio del Nucleo Radiomobile di Firenze che, preso in carico l’intervento, ha fermato il compagno della donna. È stato accertato che, poco prima, vi era stato un violento alterco all’interno del veicolo della coppia, durante il quale l’uomo aveva minacciato di morte la compagna, alla presenza del figlio che questa ha avuto da una precedente relazione. La donna impaurita dalla condotta del compagno, preso il figlio, è scesa dall’automobile nel tentativo di allontanarsi, ma è stata immediatamente raggiunta dal 41enne che l’ha percossa al torace e le ha torto una mano, sino a quando la donna non è riuscita a scappare e raggiungere i Carabinieri per chiedere aiuto. A causa delle lesioni subite la donna è stata condotta presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova, dove è stata medicata, ricevendo una prognosi di 10 giorni per contusioni al torace e ad una mano. Nel frattempo i Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno ricostruito ulteriormente la vicenda, scavando negli ultimi mesi di convivenza della coppia. Attraverso il racconto della donna è così emerso un quadro di violenze e maltrattamenti continui, mai denunciati sinora per paura delle conseguenze. In una sola occasione, lo scorso mese di aprile, la donna aveva richiesto l’intervento di una pattuglia dei Carabinieri, ma si era allontanata prima del loro arrivo, per timore di una ritorsione del compagno. Il 41enne è stato pertanto dichiarato in arresto per maltrattamenti in famiglia, minacce aggravate e lesioni personali, venendo prima trattenuto in camera di sicurezza e successivamente condotto in carcere.