È stato condannato per terrorismo, ma per espellerlo hanno atteso due anni
Era stato condannato per terrorismo internazionale, ma per arrivare all’espulsione «per motivi di sicurezza dello Stato», che è stata eseguita in queste ore, sono serviti due anni e ulteriori indagini. È il caso di un cittadino albanese di 42 anni, che porta a quota 44 le espulsioni decise dall’inizio del 2018 e a 281 quelle realizzate dal 1 gennaio 2015 a oggi. Si tratta di soggetti tutti gravitanti negli ambienti dell’estremismo religioso e riaccompagnati nel proprio Paese d’origine.
Nel provvedimento, firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti e di cui ha dato notizia lo stesso Viminale, si legge che l’albanese era «regolarmente residente in provincia di Grosseto, già condannato nel febbraio del 2016 alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale, per aver promosso e agevolato, assieme alla sorella, la partenza verso il teatro siro-iracheno della foreign fighter italiana Maria Giulia Sergio (nota con il nome di Fatima, preso dopo la conversione, ndr) e del marito, con i quali condivideva l’ideologia jihadista del sedicente stato islamico».
Nel comunicato poi si parla delle «successive indagini delle forze di Polizia» che «hanno altresì evidenziato sia i suoi stretti contatti con un estremista macedone, espulso nel novembre del 2015 per motivi di sicurezza dello Stato, sia l’aver ospitato, nel 2014 presso la propria abitazione, un connazionale successivamente deceduto in Siria mentre combatteva per il Daesh». «Per questi motivi, il ministro Minniti ha firmato il decreto di espulsione per motivi di sicurezza dello Stato per il cittadino albanese che è stato rimpatriato, con accompagnamento nel suo Paese, con un volo decollato dalla frontiera aerea di Roma Fiumicino con destinazione Tirana».