È morto Carlo Castagna: perse moglie, figlia e nipote nella strage di Erba (2 video)
È morto Carlo Castagna, l’uomo che nella strage di Erba (Como) ha perso la moglie Paola, la figlia Raffaella e il piccolo nipote Youssef. L’uomo si è spento nella notte assistito dai figli Pietro e Giuseppe. Fu Carlo Castagna, subito dopo la strage del dicembre 2006, a “scagionare” il genero Azouz Marzouk su cui puntavano le indagini e fu lui, a un anno da quella strage che vede all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, a perdonare la coppia. Sotto i colpi di spranghe e coltelli morì anche Valeria Cherubini, si salvò per miracolo il marito Mario Frigerio, testimone oculare di quei delitti nella corte di via Diaz. «Oggi papà ci ha lasciati – scrivono i figli -. Ne abbiamo passate tante insieme, ma tu eri per noi sempre una guida, un esempio da seguire e da ammirare, e pur sapendo che adesso sarai felice perché hai ritrovato la tua Polly, Raffaella e il piccolo Fefè a noi lasci una voragine di vuoto immensa e ci mancherai infinitamente. Riposa in pace papà».
La strage di Erba continua ad essere una vicenda senza fine e a dividere l’opinione pubblica tra i colpevolisti e chi invece nutre dubbi. Qualche mese fa la Corte d’appello di Brescia ha respinto, dichiarandola “inammissibile”, la richiesta di incidente probatorio su alcuni reperti avanzata, tramite i difensori, da Olindo Romano e Rosa Bazzi. Tra gli esami richiesti l’analisi di alcuni capelli trovati sulla felpa del piccolo Youssef, un accendino trovato sul pianerottolo dell’appartamento in via Diaz, l’analisi del giaccone di tre delle vittime, tracce di sangue e impronte, mai attribuite, e ora analizzabili con tecniche moderne. Nel provvedimento la Corte ha spiegato che gli accertamenti chiesti non sono in grado di ribaltare il giudizio di colpevolezza.
Nel novembre scorso gli stessi giudici della Corte d’appello di Brescia avevano acconsentito all’analisi dei nuovi reperti ora, invece, arriva il cambio di orientamento con la dichiarazione di inammissibilità perché «la richiesta fondata su assunzioni di prove connotate da carattere esplorativo non può che apparire incompatibile con la natura del giudizio di revisione». Le difese non avrebbero neanche prospettato «quale sarebbe la valenza di tali accertamenti richiesti, rispetto al materiale probatorio che è stato preso in esame ai fini della condanna». Accertamenti che avrebbero un costo di circa 50mila euro, da sommare ai quasi 173mila euro spesi solo per il processo di primo grado.
Contro Olindo e Rosa, sottolineano i giudici, ci sono le loro confessioni “ritenute spontanee, coerenti”, riscontrate anche “dagli appunti di Olindo sulla Bibbia, dalla condotta degli indagati durante la prima fase delle indagini”, nel movente dell'”odio” contro la famiglia Castagna, senza dimenticare le dichiarazioni del testimone oculare Mario Frigerio, marito della Cherubini, rimasto gravemente ferito nella strage.