“Dovete crepare”. I militanti M5S sono peggio dei vertici: ecco cosa scrivono

8 Mag 2018 13:01 - di Gabriele Alberti

«»Il sito Fb di Di Maio è diventato uno sfogatoio. Ecco tutti gli insulti, le parolacce e i “vaffa” della base M5S contro il centrodestra e Matteo Salvini in particolare. Quando Di Maio  dà la colpa agli altri partiti e al leader della Lega stesso se non si è potuto verficare un esecutivo politico Lega-M5S, è bene andare a guardare cosa bolle in pentola nel mondo cinquestelle e fare la tara alle parole del leader del Movimento.  Ecco un “assaggio”: Salvini? “Il caz… verde”, “schiavo di Berlusconi”, “un venduto”. Il Cavaliere? “Una zavorra”, “un mafioso” che “ci terremo finché non crepa”. Se per i vertici del M5S i tempi del “vaffa” sono ormai un lontano ricordo, la base Cinquestelle non sembra essere dello stesso avviso e colpisce ancora più duro fra insulti e sfoghi sulla bacheca Facebook del leader Luigi Di Maio. Nemmeno il tempo di postare gli aggiornamenti quotidiani sull’andamento delle trattative per la formazione di un governo, che il capo politico del Movimento si ritrova a fare i conti con i commenti, talvolta violentissimi, dei suoi militanti più fedeli. Il fiume incontenibile dei complimenti al leader si mischia così all’oceano di offese – irricevibili- accuse e dita puntate contro il nemico, chiunque esso sia: dal Pd a Forza Italia, passando per la Lega e Fratelli d’Italia, nessuno ne esce intero.

Militanti M5S, insulti a raffica

E se l’antagonista del Movimento per antonomasia e per tutti è Berlusconi, in tempi di mani tese al Carroccio colpisce l’accanimento contro Salvini, “reo” di non piegarsi alle volontà “del popolo e del suo partito”. È così che il leghista amico del “Diablo Berlusca”, meglio noto come “Berlosco” o “la mummia”, diventa di volta in volta “Schiavini”, “Cagnolini”, “il farlocco”, “la marionetta”, “il pupazzo”, che – insistono nonostante la minaccia di querele – “non può dire no al capo che gli paga i conti della Lega e lo tiene al guinzaglio”. Ecco cosa pensa la base grillina di Salvini.

Un delirio. Si fidano poco i grillini e non lo nascondono, anzi. Sospettano un possibile tradimento e lo dicono ad alta voce, mettono in guardia il capo che, come ormai da ritornello, definiscono “l’unico presidente del Consiglio eletto dal popolo”. Ecco a chi dare la “colpa”: proprio non lo vogliono Salvini colpevole di “nascondersi”, “perdere tempo”, non dare fiducia “all’unico onesto fra i ladri”, di essere uno, per farla breve, “che a tutto pensa tranne che alla sua gente”. Troppo attaccato alla “vecchia politica”, “alle poltrone”, “al potere”, “ai soldi” per poter solo ambire “a governarti accanto, perché tu sei troppo pulito e lui puzza di ladro”, spiegano al leader. D’altra parte, sostengono, “cosa puoi aspettarti da uno che di lavoro ha sempre fatto il ladro della casta? Di onesti ci siete rimasti solo voi, “nostra unica speranza in mezzo – riassumono – alla merda in Parlamento”. Se la cantano e se la suonano in maniera indecorosa.

Insomma, non può esserci alleanza che tenga da queste premesse: se non è il M5S da solo “contro tutti i disonesti della politica”, non vale neanche la pena di “prendere in considerazione un governo dove il nostro Luigi non è al comando”. E da marea, i commenti diventano tsunami: 1000, 2000, 3000 opinioni che si accavallano una sull’altra, con parole e frasi di apprezzamento al limite della venerazione per il leader Di Maio, “un superuomo”, il “solo a combattere contro i corrotti”, “i politici di professione”, “quei figli di putt… ladri e bastardi”, “pezzi di me…” e “schifosi parassiti”: ecco cos’è  il popolo delle Stelle.

Commenti

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  • giulio 8 Maggio 2018

    ancora più pazzo chi pensa di allearsi con loro!

  • GIORGIO 8 Maggio 2018

    mi sembra di rivivere il periodo più buio e più perfido dei sessantottini.

  • Matteo 8 Maggio 2018

    Beh, internet è pieno di gente completamente priva sia di educazione che di cultura che pensa di essere intelligente inventandosi il nomignolo di turno per l’avversario. In realtà la base 5S è fatta in buona percentuale di frustrati repressi che solo in questo modo riescono a sfogarsi. È davvero il partito dei pezzenti