Colle Oppio si poteva chiudere, la Casa delle donne no… Guai a toccare le femministe

22 Mag 2018 18:00 - di Redazione

Diciamo la verità: dell’esistenza a Roma di una Casa internazionale delle donne pochi sono a conoscenza. Si tratta del lascito di un periodo di passioni politiche per lo più dimenticate. Prima dell’era Raggi, il sindaco Ignazio Marino voleva addirittura cancellare il debito accumulato negli anni dalle femministe che si sono insediate nel secentesco palazzo del Buon Pastore di via del Governo Vecchio. E’ accaduto che l’assemblea capitolina abbia approvato una mozione della consigliera grillina Gemma Guerrini che in pratica archivia l’esperienza della Casa delle donne proponendo di mettere a bando le iniziative legate all’associazionismo femminile mettendo la parole fine all’autogestione di via del Governo Vecchio. C’è stata subito una levata di scudi del mondo della cultura, del cinema, del femminismo e della politica. In pratica tutti a difendere l’importantissimo ruolo sociale di una Casa dove si organizzavano dibattiti e presentazioni di libri. Attività che potrebbero benissimo essere svolte in una sede di periferia invece che nel cuore della Capitale. E poi c’è il capitolo morosità: i debiti delle femministe verso il Comune ammonterebbero a 833mila euro. Lo scorso novembre il Comune guidato da Virginia Raggi fece mettere i sigilli ad un’altra storica sede, quella di Colle Oppio a Roma, roccaforte della destra capitolina fin dal dopoguerra. Insediata in un rudere e non in un palazzo del ‘600.  Si parlò all’epoca di una morosità ammontante a 11.600 euro, una cifra molto inferiore a quella accumulata dalle suffragette romane. Tuttavia all’epoca quella cifra giustificò il dinamismo del Comune nel silenzio generale. Protestò solo la destra. Con le femministe invece, il trattamento sembra essere molto più cauto. E allora, se non si vuole adottare un’odiosa strategia doppiopesista, sarebbe bene e mettersi d’accordo: o le sedi-simbolo vengono lasciate dove stanno, si sanano i debiti e si ricomincia da capo,oppure, se si chiude Colle Oppio, anche la Casa delle donne può e deve subìre la medesima sorte.

Commenti

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  • Massimilianodi SaintJust 22 Maggio 2018

    Perchè non interviene il procuratore della Corte dei Conti per danno erariale? Sono somme della comunità non si devono abbonare ma pretenderle!

  • Laura Prosperini 22 Maggio 2018

    è incomprensibile come nel caso della ns. storica sede a Colle Oppio siano stati apposti dei sigilli a causa della (presunta?passata?) morosità ed invece l’incertezza d’intervento per un movimento mummificato delle femministe (usa-te) che ha una situazione debitoria acclarata!
    Forze è necessario sempre “strillare” ad alta voce (mediatica/bancaria) per sospendere le ruspe della integgerrima Raggi