Bufera sul sindaco che vuol mangiare le nutrie. Ma siamo sicuri che abbia torto?

3 Mag 2018 17:57 - di Giovanni Trotta

Ha suscitato clamore la proposta di Michel Marchi, 31 anni, sindaco di Gerre de’ Caprioli, piccolo paese del Cremonese in riva al Po, il quale ha proposto che per arginare la diffusione delle nutrie si potrebbe mangiarle. Apriti cielo: si è alzato un coro dei soliti triti luoghi comuni sugli animali indifesi e così via. Il sindaco ha detto che si potrebbero fare delle sagre paesane in cui si serve carne di nutria. Agli animalisti si sono uniti i vegetariani e simili, e anche quelli ai quali la nutria sembra troppo simile a un ratto per potersene nutrire. Come al solito, è l’ignoranza – nel senso di ignorare delle cose – che fa sbraitare le persone. La nutria è un animale altamente infestante e dannosissimo per l’ecosistema italiano, tanto che nel 2014 fu fatta una legge che le dichiarava tali, legge poi abrogata nel 2016 per un tardivo pentimento dovuto probabilmente a pressioni di vario genere. La nutria in Italia non è animale autoctono, viene dall’America latina, e si è diffuso in Italia proveniente dai Carpazi, dove chissà come erano arrivate. La volevamo sfruttare per la pelliccia – la famosa pelliccia di castorino – ma poi quando non ci fu più la richiesta di tale merce, verso gli anni Settanta, gli allevatori semplicemente aprirono i cancelli  causando quella che è una vera catastrofe ecologica e ambientale. Le nutrie, infatti, non avendo in Italia predatori  naturali, si sono diffuse a dismisura, facendo piazza pulita delle specie autoctone e danneggiando seriamente gli argini dei fiumi e dei laghi oltre che i raccolti. In certe zone, come il lago di Bracciano, sono addirittura considerata specie protetta. Tecnicamente non è un topo, ma un castoro, non molto diverso quindi da conigli e lepri, ai quali assomiglia anche – dicono – come sapore. In America latina le mangiano da secoli, e in Francia i ristoranti le servono da decenni. Sono sulle tavole anche negli Stati Uniti e in Germania, esattamente come la lepre. Molti siti addirittura forniscono le migliori ricette per cucinare questa carne che, a sentire da chi l’ha assaggiata, è molto simile a quella della lepre, quindi si fa in umido o al forno. Insomma, il sindaco del Cremonese non ha proprio torto: posto che sono animali nocivi e infestanti, posto che sono commestibili – e anche buoni – perché non mangiarli? Basta forse solo superare una barriera psicologica. D’altra parte, se mangiamo gli insetti, non si vede perché non si possa fare altrettanto con questi roditori.

Commenti

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  • Alex 27 Agosto 2018

    Caro Mikael Bolshitkov, tornatene in Russia con le tue sparate in lingua inglese, noi italiani ce la caveremo anche senza un fenomeno come te, grazie. Sai cosa si diceva in Italia rispetto a chi mangiavate voi in tempi di carestia..? Fattelo raccontare.

  • Mikael Bolshitkov 3 Maggio 2018

    Next he will say to kill all cats, what a barbarian of human.

  • Mikael Bolshitkov 3 Maggio 2018

    That is criminal for any person to destroy a species over fishes, which you can replace easily…this mayor should be terminated…my organization saves many, many species…he must be a cave man mayor…tell him to raise chickens or rabbits.

  • GIORGIO 3 Maggio 2018

    ha ragione il sindaco. Queste bestiacce hanno ucciso tutti i pesciolini locali, gamberetti, rane ed in pratica sono animali infestanti e distruttivi delle specie autoctone. Vanno estirpate.

    • Mikael Bolshitkov 3 Maggio 2018

      All people with the name Giorgio should be estirpate!!!!!

    • giovanni mapelli 4 Maggio 2018

      Le nutrie sono vegetariane…!!!

  • giancarlo cremonini 3 Maggio 2018

    Che piaccia o no esiste tra i cittadini una nuova coscienza verso gli animali e queste sparate fanno solo perdere voti. Purtroppo vasti settori della destra continuano ad essere strumentali alla lobby della caccia. Però faccio presente che i cacciatori sono 600.000 in costante diminuzone mentre gli amanti degli animali sono milioni in costante aumento. Non so quanto sia elettoralmente pagante mettersi sempre dalla parte delle doppiette