Siria, trovata fossa comune Isis a Raqqa. Ma l’Occidente attacca Assad
Potrebbero esserci fino a 200 corpi nella fossa comune che è stata rinvenuta a Raqqa, ex capitale dell’autoproclamato califfato in Siria, dove l’Isis è stato sconfitto nell’ottobre scorso. Lo riferisce la tv Al Arabiya, secondo cui al momento sono già stati recuperati una cinquantina di corpi – di civili e militanti – dalla fossa comune rinvenuta sotto un campo di calcio nei pressi di un ospedale della città.
Intanto l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) conferma che un team di esperti ha visitato la località siriana di Douma, teatro del denunciato attacco chimico dello scorso 7 aprile. Gli esperti hanno “visitato oggi uno dei siti a Douma” per “raccogliere campioni da analizzare”, afferma una nota diffusa a L’Aja. Il materiale verrà trasferito a Rijswijk, in Olanda. L’Opac “valuterà la situazione e futuri passi, compresa un’altra possibile visita a Douma”. Il team dell’Opac è arrivato a Damasco il 14 aprile, ma sinora gli esperti non erano mai riusciti a raggiungere Douma. In precedenza il ministero degli Esteri russo aveva dato notizia del trasferimento dello staff dell’Organizzazione a Douma “nella mattinata del 21 aprile”. Mosca ha detto di aspettarsi “dagli ispettori dell’Opac l’inchiesta più imparziale possibile riguardo tutte le circostanze di quello che è avvenuto a Douma e la rapida presentazione di un rapporto oggettivo”. Secondo le denunce, a Douma il 7 aprile sarebbero morte più di 40 persone. La risposta militare di Usa, Gran Bretagna e Francia, scattata la scorsa settimana con bombardamenti contro obiettivi governativi siriani, è arrivata dopo un’escalation di tensioni con la Russia, principale alleato del leader siriano Bashar al-Assad. Damasco nega l’uso di armi chimiche.
Nuovo accordo intanto in Siria per l’uscita dei terroristi da una regione a nord della capitale siriana Damasco. L’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana annuncia l’ “accordo” per “l’evacuazione dei terroristi da al-Rheibeh, Jairoud e al-Nasseriyeh”, nella regione del Qalamoun orientale, alla periferia di Damasco. Secondo la Sana i ribelli dovrebbero iniziare stamani a lasciare l’area. L’ “accordo”, aggiunge l’agenzia, prevede la “consegna delle armi medie e pesanti, dell’arsenale di munizioni” e il trasferimento dei “terroristi” a Jarablus, nella provincia di Aleppo, o nella provincia di Idlib.