Diamanti, rapinatori e Special Forces serbe dietro il tentato sequestro a Roma
Li hanno visti appostarsi in via Colli della Farnesina, a Roma nord, nei pressi della villa di un imprenditore edile romano, a pochi passi dallo Stadio Olimpico dove, in quel momento, si stava disputando la partita di ritorno della Champions fra la Roma e il Barcellona. E’ stato così che gli agenti della Squadra Mobile guidati da Luigi Silipo e i colleghi del Commissariato San Basilio coordinati dai magistrati del Gruppo Reati contro il Patrimonio dalla Procura della Repubblica di Roma hanno sventato il sequestro, a scopo di rapina, dell’imprenditore.
In manette sono finite tre persone che stavano per portare a compimento, armati di una pistola non registrata e muniti di passamontagna e scaldacollo, il rapimento: due romani, un 58enne con precedenti per rapina, Stefano Sirgiovanni, un 50enne, Paolo De Santis, ed un bosniaco 67enne Mitar Marijanovic pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, già accusato nel 2011 di due rapine al centro di Roma nella gioielleria Roberto Coin di via della Vittoria, che fruttò ai banditi vestiti elegantemente, un bottino di 600mila euro, e nella gioielleria “d’Avossa” di via del Babuino, dove lo straniero e un complice, armati di coltelli, fuggirono con un bottino di un milione e mezzo di euro e, poi, arrestato l’anno dopo insieme ad alcuni complici.
Il blitz per sventare il sequestro è partito dopo un’attività di pedinamento cominciata già in mattinata. Gli agenti hanno seguito i tre rapinatori mentre tentavano di entrare nella villa. Con loro avevano anche del nastro isolante che sarebbe servito, presumibilmente, per immobilizzare la vittima del sequestro. Le indagini sono partite da alcune rapine ai danni di alcune gioiellerie avvenute nel quartiere San Basilio, nel quadrante est di Roma.
L’operazione della Squadra Mobile, in collaborazione degli agenti del commissariato “San Basilio”, è scattata nei pressi dello Stadio Olimpico, dove ieri sera si stava giocando il ritorno di Champions Roma-Barcellona.
I tre avevano approfittato del fatto che le forze dell’ordine erano concentrate nei pressi dello Stadio Olimpico e impegnate a seguire l’ordine pubblico per la partita Roma-Barcellona e, per questo, si erano appostati in una via residenziale, proprio nei pressi del Ministero degli Affari Esteri, che si prestava – anche per lo scarso traffico – a teatro ideale per entrare indisturbati nella villa e portare così a termine il colpo. La banda aveva fatto alcuni sopralluoghi in precedenza. E si era resa conto che l’imprenditore tornava spesso a casa la sera portando con se una valigetta che conteneva denaro. L’idea dei tre arrestati ieri era quella di sequestrare l’imprenditore appena fuori dalla propria villa e, poi, una volta legato con del nastro isolante, portarlo all’interno dell’abitazione e, una volta lì, sequestrarlo fino a quando non avesse rivelato dove nascondeva i suoi beni preziosi.
La dinamica ha particolarmente colpito gli investigatori perché è la prima volta che viene tentata una rapina-sequestro in villa nella Capitale, un modalità criminale esecutiva che, invece, ha una sua serialità storicizzata nel nord Italia.
Il bosniaco arrestato e già finito in manette nel 2012 ha una carriera criminale di tutto rispetto: appartiene alla nota banda denominata “Pink Panthers” responsabile di numerose rapine nelle gioiellerie di vari paesi del mondo, dall’Inghilterra, dove portarono via dalla gioielleria Myfair di Londra un diamante del valore di mezzo milione di sterline, a Dubai, Lussemburgo, Giappone, Svizzera, Spagna. Tutti ex-militari serbi, arruolati nelle forze speciali e combattenti durante le guerre dei Balcani. Per l‘Interpol non ci sono dubbi: è la banda criminale più potente e meglio organizzata del mondo. Resta da capire se davvero si trattasse di un semplice sequestro a scopo di rapina, quello di ieri sventato dalla squadra Mobile di Roma, o se, piuttosto, non vi sia dietro dell’altro. Magari proprio quei diamanti da capogiro che hanno fatto la fortuna mediatica ed economica dei “Pink Panthers“.