Pestaggi a chi sgarrava, minori indotti a spacciare: presa banda di giovani ai Castelli

19 Apr 2018 11:15 - di Redazione

Bullismo, un fenomeno che purtroppo non conosce distinzioni di classe e di luogo e che investe il Belpaese da nord a sud, indistintamente. Così, dopo l’eclatante caso di Lucca, i riflettori vengono puntati sui Castelli Romani dove, i Carabinieri della Stazione di Grottaferrata hanno smantellato una banda di bulli capeggiati da un 16 enne.

Smantellata banda di giovani criminali dei Castelli Romani

Il gruppo era composto da sei ragazzi, due 19enni, due 26enni, un 17enne e il citato 16enne, capo della gang. Il quale, secondo quanto ricostruito dalle indagini, agiva incutendo timore e paura nei giovani coetanei del luogo, protagonista di veri e propri atti di bullismo che, in piùà di un occasione, a detta degli inquirenti avrebbero pericolosamente strizzato l’occhio agli atteggiamenti e alle azioni di boss senior. Ai minori, dunque, i Carabinieri hanno notificato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della permanenza in casa, emessa dal Gip del Tribunale per i Minorenni, poiché imputati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, di estorsione aggravata, lesioni personali aggravate e violenza o minaccia in concorso. A carico dei maggiorenni, invece, sono state emesse misure cautelari coercitive del divieto di dimora a Grottaferrata e Frascati, con obbligo di presentazione in caserma dai Carabinieri.

Pestaggi brutali a chi sgarrava…

Le loro “scorribande” erano di dominio pubblico e molte azioni censurabili penalmente, non venivano denunciate dalle vittime, per lo più minorenni e neanche dai loro genitori, per paura di ritorsioni da parte dei componenti della famigerata banda. Gli episodi denunciati e quelli non denunciati, avevano creato un allarme sociale e alcuni componenti della banda, forse credendosi invincibili per le mancate denunce, non si sono più accontentati di azioni di “bullismo”, ma hanno cominciato a picchiare o aggredire i loro coetanei, solo perché si erano trovati sulla loro strada. Un caso eclatante, tra i tanti, è stata la violenta intrusione da parte di 5 componenti del gruppo, all’interno del Liceo Touschek di Grottaferrata, nel febbraio 2017, mentre 500 (cinquecento) studenti del liceo stavano festeggiando, creando disordini all’ordine e alla sicurezza pubblica. Nella circostanza, alcuni studenti sono stati picchiati dalla gang, tanto da dover ricorrere al pronto soccorso. Non solo: sempre in quella circostanza, sono stati danneggiati anche alcuni locali della scuola e nel parapiglia, sono stati rubati diversi giubbotti e sottratte altre cose.

… E minorenni costretti a spacciare inconsapevolmente

E ancora: altri episodi sono stati denunciati e nel contempo i Carabinieri della Stazione di Grottaferrata hanno monitorato il famigerato “gruppo”, identificando ed assegnando ad ognuno dei componenti il relativo ruolo. Un concreto epilogo ed un proficuo riscontro, si è ottenuto infine quando una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Grottaferrata di passaggio in Piazza de Gasperi, ha notato un minore con il volto insanguinato. Soccorso, il ragazzo ha raccontato ai militari che un suo conoscente (poco più grande di lui), spalleggiato da un complice, lo aveva picchiato per futili motivi. Successivamente, si è appurato poi che il motivo del brutale pestaggio era dovuto al fatto che alcuni componenti della banda avevano affidato al ragazzo, poi picchiato, quantitativi di droga da spacciare i cui proventi sarebbero stati trattenuti in parte trattenuti: da qui la “punizione esemplare”. Indagini successive a questi episodi, allora, sempre condotte dai Carabinieri della Stazione di Grottaferrata, anche con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, e coordinate dalla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Velletri e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, hanno permesso di confermare l’esistenza di questa banda che, oltre a compiere atti di bullismo, aveva messo in atto un sodalizio criminoso che, atrraverso l’uso sistematico e reiterato della violenza, aveva messo su un giro di spaccio appaltato a ragazzini minorenni, incaricati di vendere droga per loro conto.

Il giro di furto e ricettazione dell’oro fatto rubare in famiglia

I giovani, forse inconsapevoli pusher, una volta entrati “nel giro”, loro malgrado, dovevano sottostare alle imposizioni della banda e di volta in volta venivano anche minacciati se non consegnavano correttamente il guadagno dello spaccio. In un caso, è accaduto che un minore sia stato costretto, a suon di botte, a derubare i genitori dell’oro custodito nella cassaforte di casa, simulando un furto. Il guadagno (dal valore di migliaia di euro) dell’oro venduto o meglio “svenduto”, a negozianti di compro oro disonesti e compiacenti, sarebbe stato poi consegnato ai vari componenti della banda. In altri casi, invece, i componenti della banda hanno minacciato di bruciare casa a coloro i quali non pagavano il debito che avevano maturato con la vendita della droga, anche in questi casi ceduta “in conto vendita”. A volte, addirittura, i minori impauriti dalle minacce e dalle violenze subite, si sono rivolti ai propri genitori affinché pagassero i debiti di droga ai fornitori, e in modo da essere salvati dai pestaggi.

Commenti

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  • Gio 19 Aprile 2018

    Feccia da impiccare e buttare in discarica.