Fabio Fazio non può più mentire, ci costa un patrimonio. Ecco le prove
La non conformità al codice dei contratti della stipula da parte della Rai del contratto preliminare con Fabio Fazio è contestata dall’Anac nella delibera sulla trasmissione Che Tempo Che Fa, pubblicata sul sito dell’Autorità. Nella delibera l’Anac ritiene «sussistenti possibili rischi di non conseguire l’equilibrio costi-ricavi, previsto dalla Rai, per la realizzazione del programma». Con queste motivazioni, come anticipato un paio di settimane fa dalla stampa, l’Autorità ha deciso di trasmettere la delibera alla Corte dei Conti.
Rai, l’Anac: il preliminare di Fazio non conforme
L’Autorità sottolinea che «l’applicabilità dei principi del codice dei contratti consente di rilevare una prima duplice anomalia, di tipo squisitamente formale, nella attività svolta per la scelta del contraente». «In particolare – si legge nella delibera – risulta con l’artista essere stato sottoscritto un contratto preliminare, istituto questo non previsto e non ammesso nel caso di contratti da stipularsi nel rispetto anche delle regole del Codice dei contratti, anche quando si tratti di contratti esclusi che comunque restano subordinati ai principi generali della contrattualistica pubblica. In secondo luogo, circostanza ancora più anomala nella logica dei contratti pubblici, il contratto è stato sottoscritto da una persona fisica che ha assunto il ruolo di una sorta di garante, in qualità di socio di una persona giuridica che non era ancora nemmeno costituita al momento della stipula del preliminare». Secondo l’Autorità «si tratta di un contratto che altro non è che la formalizzazione di patti e condizioni negoziati precedentemente con diverso soggetto che ha assunto il ruolo di garante nei confronti di una persona giuridica non ancora esistente».
Ecco quanto sborsiamo per Fazio
«Con riferimento al contratto definitivamente stipulato – prosegue l’Anac – si è accertata la corretta verifica, da parte della Rai, del possesso dei requisiti in capo all’artista ed alla società l’Officina». Secondo l’autorità diretta da Raffaele Cantone, «qualche perplessità emerge anche dall’esame del contratto sotto il diverso e sostanziale profilo della valutazione della sua economicità». «In base a quanto ad oggi accertato, sulla base dei dati di audience disponibili, dopo la programmazione di 10 delle 32 trasmissioni previste, escludendo la prima puntata dove gli obbiettivi di share sono stati raggiunti e superati, in tutte le altre puntate lo scostamento di share (ascolto effettivo rispetto a quello atteso) sembra essersi assestato su percentuali superiori al …(omissis) %, con il rischio quindi di una possibile sovrastima dei ricavi ipotizzati».
Come riporta Libero, il contratto di Fazio vale 2 milioni e 240 mila euro a stagione per 4 anni (8,9 milioni). Per i diritti del format Viale Mazzini pagherà 2 milioni e 816 mila euro (704mila l’ anno). Poi ci sono 12 milioni alla società Officina, creata ad hoc da Fazio, per la produzione del programma nella stagione 2017-2018, compresa la seconda serata del lunedì e la trasmissione di Massimo Gramellini Le parole della settimana.
Delinquenti, sono dei delinquenti chi fa i contratti in RAI ! Proporrei l’invio in forze massicce della guardia di finanza e della digos a supporto di giudice speciale antimafia (VERO) non come quello che ha accumulato pensione d’oro per farsi la strada di ennesimo ex giudice che siede in parlamento -nelle sinistre schiere- per vedere e far emergere quanto altro ancora c’è fra le pieghe di quello e degli altri contratti stellari e viziati da zone d’ombra per la mancata pubblicità dell’accordo contrattuale. Pagati, con i soldi del canone voluto esigere tramite contratto ENEL, da un’altro bandito che compra con questi mezzi il sostegno alla sua parte politica; con questi mezzi, con i soldi degli italiani, ormai sotto la soglia di povertà ! Per me è un delitto di stato ancor più di quello delle super pensioni dell’apparato politico che viene indicato come la ‘summa’ dello scandalo e della ruberia a danno del popolo! Se cercassimo nelle regioni e province faremmo in un colpo solo una manovra economica da far impallidire l’europa. Una class action contro la rai -che paghiamo- oltre ogni necessità per le schifezze che produce!