Bollorè, prolungato lo stato di fermo per l’imprenditore accusato di corruzione
Si mettono male le cose per Vincent Bollorè, l’imprenditore francese accusato di aver corrotto politici africani per ottenere appalti nei porti per il suo gruppo industriale.
La polizia giudiziaria di Nanterre ha deciso di prolungare ancora per la giornata di oggi lo stato di fermo per Vincent Bolloré, patron dell’omonimo gruppo, nell’ambito dell’inchiesta per corruzione riguardanti le sue attività in Africa.
Secondo i media francesi l’imprenditore resterà ancora per un giorno a disposizione della magistratura transalpina che aveva annunciato ieri il fermo del miliardario di origine bretone, insieme al direttore generale del gruppo Bolloré Africa Logistics, Gilles Alix, pezzo da novanta anche in Vivendi, a Philippe Dorent, responsabile del settore internazionale della società di comunicazione Havas Paris, e a Francis Pérez, dirigente della società Pefaco con sede in Spagna.
I magistrati sospettano che i vertici del gruppo Bollorè abbiano utilizzato strutture della società di comunicazione Havas, azienda di cui è responsabile Philippe Dorent, per sostenere in Togo e in Guinea l’ascesa di manager in grado di favorire la concessione di terminali portuali nei due paesi africani. Una pratica che la Francia ha sempre declinato con grande spregiudicatezza sia a livello di politica estera che di imprenditoria proiettata oltreconfine.
Dal canto suoil gruppo Bollorè “smentisce formalmente le irregolarità” che sarebbero state compiute dalla sua filiale SDV Africa fra il 2009 e il 2010. E sottolinea come la loro audizione “permetterà di fare chiarezza” su questioni già “oggetto di una indagine indipendente che ha evidenziato l’assoluta regolarità delle operazioni”.
Secondo il gruppo Bollorè i servizi relativi alle fatturazioni fittizie contestate dalla magistratura “sono state effettuate in assoluta trasparenza”.
L’azienda dell’imprenditore bretone sottolinea come l’indagine segua la “denuncia di un ex-dipendente condannato per appropriazione indebita a 3 anni e 9 mesi di reclusione e a un risarcimento danni da circa 10 milioni di euro”.
La vicenda non ha certo fatto bene alle azioni del gruppo Bollorè che ieri hanno fatto un tonfo in Borsa, a Parigi. dopo che si era diffusa la notizia del fermo del presidente e ad Vincent Bollorè nell’ambito dell’inchiesta sulla sospetta “corruzione di agenti pubblici stranieri“, legate a operazioni condotte dal suo gruppo in Africa: a fine seduta, ieri, il titolo cedeva il 6,14% a 4,19 euro.