51 anni fa Nino Benvenuti, l’istriano patriota, esaltava gli italiani (e il Msi)
E’ il 17 aprile 1967, le 22 al Madison Squadre Garden di New York, le 4 del mattino del 18 in Italia, quando Nino Benvenuti sale sul ring per contendere a Emile Griffith per il titolo mondiale dei pesi medi. E glielo strappa, al termine di un match che tiene incollati al televisori e alle radio 18 milioni di italiani che avevano messo la sveglia.
Accadeva 51 anni fa, ma tutti se ne ricordano, anche grazie alla storia personale di Benvenuti, esule triestino costretto a lasciare a sedici la sua casa con la famiglia per rientrare in Italia e sfuggire agli orrori delle Foibe. “Avevo conosciuto la sinistra di Tito, non potevo che essere di destra”, ha raccontato Benvenuti in tante interviste. Dal Msi fu accolto a braccia aperte, festeggiato, candidato nel ’64. «In Istria, la mia terra. Ancora oggi mi sento un esule. Ci ho lasciato il mio cuore e la mia rabbia per essere stato derubato della mia identità. Solo l’esodo di 350 mila istriani ha evitato che si consumassero massacri ancora più brutali di quelli delle foibe. Quando siamo arrivati in Italia, ci chiamavano fascisti, ma eravamo italiani, da allora non ho più avuto una patria», ha detto recentemente in un’intervista. “Venivo da una esperienza difficile dopo il mio esodo dall’Istria e mi portavo dentro una serie di rivendicazioni, non politiche, ma umane. Per cui, visti i coinvolgimenti storici della sinistra nella vicenda che ha interessato la mia gente, credo che automaticamente e impulsivamente abbia rivolto la mia attenzione verso l’area opposta”.
Di quel match leggendario con Griffith e dei successivi incontri, che arrivavano dopo la conquista dell’oro olimpico a Roma, gli resta l’amicizia coltivata con l’avversario, diventato suo amico, poi deceduto qualche anno fa. Un italiano di cui andare orgogliosi, a destra e a sinistra…
e quelle terre strappate all’Italia, tutti quegli istriani e dalmati che prima ancora d’essere italiani erano parte della serenissima Repubblica di Venezia….chi mai ce li restituirà? la maggior parte degli italiani ha dimenticato i propri fratelli. VERGOGNA
Nino eroe dei due mondi, amatissimo in Argentina. Brindammo col vino rosso gaucho meno di un mese fa.
Bravo, capace, leale: un campione vero ! Un patriota.
Nino grandissimo pugile UOMO eccezzionale, x coerenza e nobilta’ d’animo, ed EROE in questi tempi ove la sinistra e i sinistri hanno dettato legge, e leggi.
GRANDE, GRANDISSIMO NINO, ERO E SONO TIFOSISSIMO DI LUI, VERO ITALIANO E VERO CAMPIONISSIMO, ANCH`IO METTEVO LA SVEGLIA UN ABBRACCIO
GRAZIE NINO SEI UN MITO