Trump tace sull’offerta dei Talebani ma il presidente afghano apre
Se i Talebani accettassero di unirsi al processo di pace in Afghanistan e si impegnassero a fondo per un risultato positivo potrebbero essere riconosciuti dal governo di Kabul come gruppo politico. È la proposta avanzata dal presidente afghano, Ashraf Ghani, all’organizzazione che – a quasi 17 anni dalla caduta del loro regime – controlla ampie zone del Paese. Nel suo intervento di apertura della seconda riunione del Processo di Kabul, evento che ha l’obiettivo di stabilire una roadmap per la pace in un Paese martoriato da decenni di guerre, Ghani ha invitato gli insorti a lavorare insieme per “salvare” l’Afghanistan. Tra le offerte avanzate da Ghani ai Talebani in cambio di uno stop alle ostilità, riporta l’agenzia di stampa Dpa, figurano il rilascio di passaporti afghani per i militanti e i loro familiari, l’apertura di un ufficio a Kabul e la liberazione di alcuni prigionieri. Il governo, inoltre, lavorerà per rimuovere le sanzioni imposte ai leader dell’organizzazione. “La decisione è nelle vostre mani”, ha dichiarato il presidente afghano rivolgendosi ai “leader Talebani e a tutti i membri. Venite al tavolo dei negoziati e costruiamo questo Paese insieme”. Nel corso della conferenza di pace, che vede la partecipazione di leader politici ed esponenti della società civile e delle delegazioni di 25 Paesi e organizzazioni internazionali, ma non dei Talebani, Ghani – citato dall’emittente locale Tolo – ha anche invitato il governo di Islamabad ad aprire un dialogo con Kabul. “Siamo pronti ad iniziare colloqui con il Pakistan, a dimenticare il passato e ad aprire un nuovo capitolo”, ha proseguito il presidente afghano. Rivolgendosi infine ai delegati presenti, Ghani ha affermato che “la vostra presenza qui è un promemoria visibile che siamo una comunità internazionale unita non solo da minacce condivise, ma anche da interessi condivisi e opportunità condivise”.