Strage di Latina, nuova ricostruzione: una delle figlie forse poteva salvarsi
Nuovi terribili interrogativi emergono dalla strage di Cisterna di Latina. Era ancora viva una delle due figlie di Luigi Capasso mentre andava avanti la trattativa drammatica con i carabinieri durata fino al suicidio dell’uomo? E poteva essere salvata intervenendo prima? Sono le domande sollevate nel corso della trasmissione Chi l’ha visto?, in onda i su Rai3, tornata sul caso del carabiniere che ha sparato alla moglie, ferendola, e ha ucciso le sue due bambine Alessia e Martina, di 13 e 8 anni, togliendosi poi la vita. Gli interrogativi sono una cazzotto sullo stomaco.
Il programma ha ricostruito in un servizio i momenti della trattativa con Capasso precedenti il suicidio dell’uomo. Ad intervenire sono stati i Gis (Gruppo Intervento Speciale), che nella propria dotazione hanno uno strumento in grado di rilevare, attraverso il calore emanato dai corpi umani, quante persone vive ci sono all’interno di un appartamento. “Chi l’ha visto?” si è chiesto se lo strumento sia stato messo in funzione perché, si dice nel servizio, nella casa quella mattina era stata rilevata la presenza di due persone vive. Una era quella di Capasso e l’altra, si deduce, non poteva che essere una delle due bambine, quasi certamente Alessia, la figlia più grande, alla quale il padre aveva sparato qualche ora prima. Altro particolare, una vicina che abita nel palazzo di fronte – si è ricordato in trasmissione- tra le 5:30 e le 6 aveva sentito Alessia urlare e Capasso per tre volte: “Allora è colpa mia”, e subito dopo si erano uditi gli spari. La domanda terribile ora è: intervenendo prima, Alessia poteva essere salvata?