Strage di Latina, “Chi l’ha visto?”: «Antonietta non è più in rianimazione»

13 Mar 2018 14:24 - di Redazione

Antonietta Gargiulo, la 39enne ferita a Cisterna di Latina dal marito, il carabiniere Luigi Capasso, che ha poi ucciso le due figlie Alessia e Martina, di 8 e 14 anni, e si è suicidato, è uscita dalla prognosi riservata all’ospedale San Camillo di Roma. A renderlo noto il programma di Rai Tre Chi l’ha visto?. I sanitari hanno dato il nulla osta per il trasferimento della donna dalla terapia intensiva al reparto di chirurgia generale. Gargiulo migliora costantemente ed è assistita dai familiari e da un’équipe di psicologi che si alternano al suo capezzale, fa sapere l’inviato della trasmissione.

Strage di Latina, la solidarietà di una mamma

Dalle colonne del Corriere della Sera un’altra mamma prova a darle un po’ di conforto, avendo anche lei vissuto la stessa terribile esperienza. Elena Morè, 45enne residente a Cesena, ricorda quei momenti drammatici vissuti nel 2012, quando suo marito gettò dalla finestra i suoi figli, Samuele di 4 anni ed Emanuela di appena 14 mesi. Lei riuscì a salvarsi grazie all’intervento di un vicino. E proprio da questo punto parte Elena per rincuorare Antonietta. Da quel rimorso per essere l’unica sopravvissuta: «Non ceda ai sensi di colpa, non se li dia. Perché deve sapere che ha fatto tutto ciò che doveva e poteva». Elena prova poi a convincere Antonietta che non è tutto finito: «Spero tanto ce la faccia anche Antonietta – scrive – perché tornare a vivere si può». Parole che in questo momento potrebbero sembrare molto difficili da capire e mettere in pratica, ma che forse un giorno potranno essere d’aiuto alla mamma di Alessia e Martina. La storia delle due donne si differenzia però su un punto: «La cosa che più mi fa rabbia è che questa donna aveva chiesto aiuto. E aveva spiegato la situazione al comandante del marito. Le persone sapevano, eppure… Anch’io sapevo che mio marito era entrato nel tunnel di una depressione profonda che solo terapie psichiatriche e psicanalitiche avrebbero potuto curare. Decisi che dovevamo chiedere aiuto anche noi, ma lui no, non voleva. Ho rispettato le mie scelte e sono rimasta: fin che morte non ci separi, avevo promesso».

 

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