Riempie di botte moglie e figlie. La polizia irrompe col “Protocollo Eva” (video)
Picchia la moglie e le figlie e le manda in ospedale. La polizia di Modena ha arrestato un italiano di 54 anni per il reato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Dopo una segnalazione al 112, infatti, nella tarda serata di ieri gli agenti sono intervenuti in un’abitazione dove una lite familiare, era degenerata in botte. L’uomo aveva picchiato la moglie e le due figlie minorenni di 17 e 12 anni, procurando a tutte e tre lesioni, refertate dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Baggiovara con prognosi dai 4 ai 15 giorni. Per questo tipo di intervento è stato utilizzato il “Protocollo Eva“, acronimo di “Esame violenze agite”, ovvero una modalità operativa per il primo intervento degli operatori di polizia addetti al controllo del territorio nei casi di violenza di genere. Il protocollo prevede l’elaborazione di una “Processing Card”, composta da una serie di schede che gli agenti devono compilare e inserire negli archivi informatici di polizia ogni volta che intervengono in un caso di violenza di genere.
Picchia la moglie e le figlie: arrestato
Da questo archivio, la sala operativa può estrarre informazioni fondamentali, ad esempio su chi ha richiesto l’intervento, sull’eventuale presenza di armi censite all’interno dell’abitazione o su potenziali precedenti di polizia a carico delle persone coinvolte, da comunicare alla volante per tutelare sia la vittima, sia gli operatori. Una delle finalità del “Protocollo Eva” è quella costruire una memoria storica per monitorare il fenomeno e agevolare la scelta di una valida strategia di contrasto che può anche prevedere l’adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti del colpevole, come l’arresto obbligatorio in flagranza o l’adozione in via di urgenza di altre misura cautelari, ad esempio l’allontanamento di urgenza dalla casa familiare per i reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi. Nel caso specifico, grazie al “Protocollo Eva”, la centrale operativa ha potuto allertare nell’immediatezza, prima dell’intervento stesso, gli agenti della volante segnalando loro che si trattava del secondo episodio di violenza familiare ad opera dell’arrestato.