Manifesto contro la violenza sulle donne fa scalpore a Potenza: va rimosso
Lo slogan è indubbiamente d’effetto: “Amore, ma se mi uccidi dopo chi picchi?“. E’ la frase che campeggia su un manifesto apparso a Potenza che annuncia un evento contro la violenza di genere per il prossimo 13 aprile. La frase evoca un modello negativo di donna sottomessa e rassegnata, ma si capisce agevolmente che si tratta di una provocazione. Il linguaggio però non è affatto piaciuto alla presidente della Commissione pari opportunità della Regione Basilicata, Angela Blasi, che chiede maggiore rispetto dinanzi a un problema che coinvolge l’intera società. La consigliera regionale di Parità Ivana Pipponzi chiede invece la rimozione del manifesto, che riprende la frase di un cortometraggio contro la violenza sulle donne, ma estrapolata dal contesto. L’iniziativa è riconducibile all’associazione “Sinergie lucane”, che evidentemente non si aspettava tanto clamore per un manifesto locale. L’associazione, che si occupa anche di rivalutare le tradizioni religiose popolari, forse ha invaso un terreno che si riteneva di esclusivo monopolio di una parte politica, la sinistra, che da sempre si sente unica paladina delle donne. Anche questo è un fattore che ha giocato il suo ruolo nella polemica sul manifesto-choc, il quale ha sicuramente raggiunto l’intento voluto, cioè quello di attirare attenzione, interesse e discussione sul tema della violenza contro le donne.
Come sempre le “suffragette” di sinistra non riescono a capire dove c’è ironia e spirito! il loro fanatismo ideologico impedisce loro di usare il cervello! Che tristezza……