Liberi e uguali finisce in barzelletta: Grasso e Boldrini già verso la scissione
Collaborare o no con i grillini? Sostenere un eventuale governo con il M5s e il Pd? Un dubbio amletico che rischia di spaccare a metà quel piccolo microcosmo della sinistra italiana uscito con le ossa rotta dalle elezioni Politiche. Da un lato l’anti-grillina Boldrini, dall’altro il filogovernativo Grasso, divisi su tutto, come prima e durante la campagna elettorale. Dopo giorni di silenzio assoluto, seguito alla clamorosa sconfitta nelle urne, oggi la Boldrini è tornata a parlare sul tema delle donne, a lei tanto caro, almeno quando quello dell’antifascismo. «Questo 8 Marzo dedicato dalle associazioni alla lotta contro molestie e disparità salariale, impegna tutti noi a fare quadrato intorno a chi rompe il silenzio. Chi denuncia non deve essere lasciata sola», ha scritto su Twitter la presidente della Camera ed esponente di Liberi e uguali.
E Grasso? Se ne sta in silenzio, ma non vede l’ora che la Boldrini se ne vada e si porti con sé il manipolo di fedelissimi liberandogli i margini di manovra politici per potersi offrire sul mercato politico dei voti parlamentari. Tra gli scissionisti che remano con Grasso, c’è Nicola Fratoianni, che guara ai grillini e chiede discontinuità: «Abbiamo avuto un profilo troppo simile al Pd pre-renziano. Altrimenti stop, meglio chiudere». Ai sostenitori di Leu in questi giorni stanno arrivando delle mail con la richiesta ai militanti per stabilire cosa fare. Grillini o non? Boldrini o non?
Stefano Fassina non ha dubbi: «Liberi e Uguali non può essere equidistante tra Di Maio e Salvini. Noi dobbiamo dare disponibilità al M5S a un confronto di merito. Lasciamo al Pd, anche alla sua cosiddetta minoranza di sinistra, la logica del tanto peggio tanto meglio. A Frattocchie, tanti anni fa, ci insegnavano a fare l’analisi differenziata dei fenomeni politici e sociali e a partire sempre dall’interesse del Paese, non dal nostro. Guardiamo all’Italia e all’agenda di chi ha intercettato la domanda di alternativa di larga parte di quel popolo delle periferie tradito dalla sinistra storica e dalla sinistra di movimento: la prima caduta prigioniera dell’europeismo liberista; la seconda segnata dalla nascita da un aristocratico cosmopolitismo», continua il post. «La base sociale del M5S è in larga parte quella che era e che vorremmo fosse la nostra base. Le proposte e le personalità individuate da Di Maio sul versante economico e sociale sono in sintonia culturale e programmatica con le nostre e con noi. Continuare a guardare al mondo del Pd pre-renziano, come abbiamo fatto con il programma e la classe dirigente di Leu in prima fila in campagna elettorale – conclude Fassina -, ci condanna alla marginalità».
Uguali a chi? IO NON SONO UGUALE a Madame Kyenge e nemmeno a Sora Boldrini. Libera sì di non essere né comunista, né pseudo tale.
Uguali…. di sicuro e poi, disgraziatamente per noi liberi di fare altri disastri.
Due facce da schiaffi e purtroppo due nullità strapagate che nonostante il loro fallimento continueremo a mantenere.
A quando possiamo sbeffeggiarla senza essere perseguiti?
Che coppia!! Non hanno ancora capito che sono malvoluti dai cittadini italiani
Non sono malvisti al contrario sarebbe opportuno che scomparissero tanto sono inconcludenti nelle cariche occupate e nelle loro affermazioni.