L’Fbi continua a perdere tempo sul Russiagate anziché fare il suo lavoro
Donald Trump ancora all’attacco. Dopo aver twittato contro i fake memo del vice direttore dell’Fbi Andrew McCabe licenziato due giorni fa, il presidente degli Stati Uniti ha rivolto la sua attenzione contro l’inchiesta del procuratore speciale del Russiagate, Robert Mueller. “Perché il team di Mueller ha 13 agguerriti democratici – ha chiesto Trump su twitter – alcuni sostenitori della corrotta Hillary e zero repubblicani? Un altro democratico si è aggiunto di recente… c’è qualcuno che pensa che sia giusto. E che non ci sia collusione…”. Ma il presidente Trump non sta considerando la possibilità di licenziare il procuratore speciale del Russiagate Robert Mueller. È quanto afferma oggi la Casa Bianca, con un comunicato diffuso nella notte dopo i nuovi attacchi via Twitter di Donald Trump allo special prosecutor e la richiesta del suo avvocato personale, John Dowd, al vice ministro della Giustizia Rod Rosestein di mettere fine all’inchiesta di Mueller. “In risposta alle illazioni della stampa e alle conseguenti domande rivolte all’amministrazione, la Casa Bianca conferma ancora una volta che il presidente non sta considerando o discutendo il licenziamento dello special counsel, Robert Mueller”, ha affermato Ty Cobb, avvocato della Casa Bianca che segue la vicenda del Russiagate, nella nota. La nota arriva dopo che Trump, per la prima volta e contro il consiglio dei suoi legali, ha attaccato chiamandolo per nome il procuratore: “l’inchiesta di Mueller non sarebbe mai dovuta iniziare perché non c’é stata collusione e non c’è stato crimine”, ha scritto. La nota della Casa Bianca è arrivata anche dopo gli interventi di diversi repubblicani che hanno messo in guardia Trump da un’eventuale mossa contro Mueller. Il senatore Lindsey Graham ha detto per esempio che il licenziamento dello special prosecutor “sarebbe l’inizio della fine della presidenza” di Trump. Mueller “sta seguendo le prove nella direzione in cui lo portano, e credo che sia importante permettergli di fare il suo lavoro senza interferenze”, ha aggiunto sottolineando che “ci sono molti repubblicani che la pensano come me”. Anche il presidente della commissione della Camera che supervisiona l’attività del governo, il repubblicano Trey Gowdy, in un’intervista a Fox News, ha espresso la convinzione che bisogna “dare a Mueller il tempo, le risorse e l’indipendenza di completare il suo lavoro”, anche perché “quando non si è fatto nulla di sbagliato, si vuole che l’inchiesta sia la più accurata e completa possibile”. I nuovi attacchi a Mueller sono arrivati dopo che, venerdì scorso, Jeff Sessions ha annunciato il licenziamento del vice direttore dell’Fbi, Andrew McCabe, considerato una mossa per minare la legittimità dell’inchiesta del Russigate. Trump non può licenziare direttamente Mueller, perché questo spetta a Rod Rosenstein, il vice ministro della Giustizia che è competente per il Russiagate dopo che l’attorney general Sessions si è ricusato. Rosenstein ha più volte ribadito la sua fiducia in Mueller: quindi, per licenziarlo, Trump, che già in passato ha preso di mira Rosenstein, dovrebbe prima rimuovere il vice ministro per poi insediarne uno nuovo disposto a seguire i suoi ordini. Nei giorni scorsi è stato riportato che Mueller ha ingiunto alla Trump Organization di consegnare dei documenti nell’ambito dell’inchiesta e avrebbe anche consegnato al team legale del presidente una serie di domande per un possibile interrogatorio del presidente. In un’intervista rilasciata lo scorso anno al New York Times, Trump ha detto che Mueller avrebbe superato il limite, “una linea rossa”, se il suo ufficio avesse iniziato a indagare sui rapporti finanziari tra la sua famiglia ed altri Paesi che non fossero la Russia.