Front National a congresso, tutte le sfide di Marine Le Pen

9 Mar 2018 18:38 - di Redazione

Un nome nuovo, un nuovo posizionamento politico e, soprattutto, la necessità di riunire le anime del partito per “rifondarlo” e lanciarlo finalmente verso la sfida del governo. Sono tante le sfide che Marine Le Pen dovrà affrontare nel congresso del Front National che si celebrerà questo fine settimana a Lille, a 10 mesi dalla sconfitta nel secondo turno delle elezioni presidenziali per mano di Emmanuel Macron.

Il cambio del nome

Innanzitutto, il cambio del nome. Via quel Front National creato da Le Pen padre negli anni ’70 del secolo scorso. Domenica sarà svelato – e votato – il nuovo nome, ma non tutti sono d’accordo con la scelta, da alcuni vissuta come un tradimento della vecchia anima del Fn.

Leadership in discussione?

Ma non è la questione del nome e dell’opposizione dei nostalgici a far parlare alcuni osservatori di una “crisi della leadership di Marine Le Pen”, come fa Bruno Cautres, del Centre for Political Research. “Gli elettori e anche i militanti del partito mettono in discussione la sua capacità di mantenere vivo il sentimento che l’avventura continua e il partito può ancora fare passi avanti”, ha detto Cautres a 20 Minutes. Un recente sondaggio di Kantar Sofres, riportato dal Guardian, sembra confermare la diagnosi, con il 55% degli intervistati che non vogliono più Marine Le Pen quale candidata del FN alle prossime presidenziali. La sua leadership, nell’immediato, non è in discussione. Al congresso di Lille verrà agevolmente rieletta alla presidenza del partito, essendo anche l’unica candidata. Né sembrano scalfirla le frecciate che l’anziano padre, cacciato dal partito per le sue frasi razziste, continua a riservarle. È di un’altra Le Pen, forse, che Marine deve preoccuparsi in futuro, la nipote Marion Marechal Le Pen, che pur ritiratasi temporaneamente dalla politica, seguirà con attenzione l’assise di Lille.

L’immigrazione rimane la preoccupazione n.1

Il futuro, quindi, anche se molti militanti preferirebbero rimanere ancorati a un rassicurante passato. La Le Pen, dopo aver ereditato il partito dal padre nel 2011, ha avviato un’opera di faticosa “normalizzazione”, tentando di ripulire il Fn della sua vecchia immagine xenofoba, violenta e antisemita. Il passo successivo che deve essere fatto a Lille è quello di trasformare il partito da forza di perenne opposizione ad alternativa credibile di governo. Gli oltre 10 milioni di voti 33,9%) ottenuti nel secondo turno delle ultime presidenziali non bastano, occorre un ulteriore sforzo. Il questionario inviato agli iscritti al partito, le cui risposte verranno rese ote e discusse durante il congresso, potrebbe fornire utili indicazioni alla Le Pen, su quale rotta seguire per rendere definitivamente presentabile il FN, o come si chiamerà in futuro, agli occhi della maggioranza degli elettori. Alcune risposte, anticipate dalla stampa, danno già delle conferme e riservano delle “sorprese”, come anticipato dalla stessa Le Pen a Europe 1. L’immigrazione rimane il principale motivo di preoccupazione per i sostenitori del FN. Ma, e qui sono le sorprese, ci sono aperture a temi un tempo tabù per il FN, come l’eutanasia, i matrimoni gay e l’opposizione alla pena di morte. “Il questionario dimostra che su certe questioni dobbiamo essere più articolati”, ha commentato la Le Pen. Si tratta, ha aggiunto, di una conferma della “validità” della linea politica, “né di destra, né di sinistra”.

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