Dolore e rabbia: il fratello di Jessica minaccia la moglie del tramviere assassino
Il dolore è ancora vivo e sedimenta come rammarico, nostalgia, sconcerto e rabbia, che trasudano a ogni ricordo, ogni volta che il pensiero va a quella mattina del 7 febbraio, a quegli ultimi istanti della breve vita di quella 20enne bellissima, Jessica Faoro, uccisa in un appartamento di Milano dal tramviere Alessandro Garlaschi, che ha infierito sul corpo della ragazza con 40 coltellate. dolore e rabbia che, evidentemente, non abbandonano mai il fratello della vittima che, incontrata casualmente, ironia della sorte, proprio su un tram, la moglie dell’assassino, ha preso a minacciare la donna puntandole addirittura una pistola – poi rivelatasi un giocattolo – dando così voce a una sofferenza e a un risentimento forti ed evidentemente ancora molto vividi.
Il fratello di Jessica minaccia la moglie dell’assassino
Dunque, come ricostruito, tra gli altri, dal sito dell‘Ansa, il fratello di Jessica «ha incontrato a bordo di un autobus la moglie del tramviere Alessandro Garlaschi, che il 7 febbraio scorso aveva ucciso sua sorella, Jessica Faoro, con 40 coltellate a Milano. Il ragazzo si è avvicinato alla donna e ha estratto una pistola (che si è rivelata finta) apostrofandola più volte: «Voi l’avete ammazzata». Una ferita aperta che quell’incontro casuale ha fatto ricominciare a sanguinare: la vista di quella donna tra i passeggeri del mezzo pubblico, riconosciuta fra tanti forse grazie alle immagini televisive, hanno riacceso immediatamente la rabbia del fratello di Jessica, Andrea Faoro, 21 anni, che senza pensarci un istante si è avvicinato a lei, le chiesto conferma dell’identità ma poi non si è lasciato convincere dall’insistenza con cui la donna negava di essere la moglie del tramviere assassino.
Il bus inseguito dalle forze dell’ordine
A quel punto, estratta dalla tasca una pistola senza il tappo rosso che identifica le riproduzioni di armi vere, l’ha puntata contro la signora, accusandola della morte della sorella. Nel frattempo, però, una pattuglia della Polfer di Lambrate che stava inseguendo il mezzo – un autobus della linea 73 –, ha bloccato il giovane alla fermata successiva dove, intanto, era arrivata anche una pattuglia della Squadra volante. Il ragazzo è stato denunciato per minacce e procurato allarme: ma la condanna peggiore di qualunque accusa dovesse venirgli sanzionata, è il dolore a vita per la morte, violenta, della sorella Jessica…