Una spy story scuote Iran e Svezia. La rabbia di Teheran: «Inaccettabile»
Un po’ spy story, un po’ guerra diplomatica: Svezia e Iran sono ai ferri corti. A inasprire il clima nelle relazioni è stata la decisione di Stoccolma di conferire la cittadinanza a un ricercatore iraniano che Teheran aveva accusato di spionaggio, Ahmadreza Djalali. Dopo la decisione, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore svedese a Teheran.
L’Iran convoca l’ambasciatore svedese
Ahmadreza Djalali fu arrestato nel 2016 con l’accusa di essere un agente segreto al soldo di Israele e di cospirare contro il suo Paese. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica, Bahram Qassemi, Teheran ha protestato ufficialmente contro la Svezia per aver conferito la cittadinanza in modo «non convenzionale» a un cittadino iraniano considerato «colpevole».
L’ombra del Mossad
Djalali, ha ribadito Qassemi, è accusato di spionaggio a favore del Mossad e anche di aver avuto un ruolo nell’omicidio di alcuni scienziati iraniani. Secondo la legge iraniana, la decisione di Stoccolma «è inaccettabile» in quanto il ricercatore, ha ribadito ancora Qassemi, è «iraniano». «Nessun Paese – ha concluso il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica islamica – ha il diritto di interferire negli affari interni della Repubblica islamica». In passato Djalali ha collaborato anche con l’Università del Piemonte orientale.