Sicilia, guerra aperta nel Pd sulla formazione “renziana” delle liste
È un vero e proprio tutti contro tutti nel Partito democratico siciliano all’indomani della presentazione delle liste. Se nel resto d’Italia la minoranza ex Ds ha subito una grandissima batosta, in Sicilia dire che è stato un bagno di sangue sembra quasi riduttivo. Nemmeno un esponente proveniente dalla comunità del defunto Pci, poi Ds, avrà la possibilità di essere eletto, ad eccezione di Pietro Navarra. Oggi, però, il Navarra sembra essere molto più vicino all’area renziana che ai vecchi compagni.
Tra i più agguerriti delusi dall’esclusione dalle liste c’è certamente l’ex governatore Rosario Crocetta, il quale rinunciò alla ricandidatura alle regionali con la promessa di un posto al Senato. “Pietro Navarra non si è avvicinato al Pd -dichiara Crocetta-, è stato avvicinato al Pd. Da Faraone. Per sostituire il ruolo che aveva Francantonio Genovese perché Navarra rappresenta un potere enorme. Per me è un impresentabile, dal punto di vista politico”. Lo ha detto Rosario Crocetta tornando a parlare del rettore di Messina, candidato con il Pd. Crocetta ha ricordato più volte che Navarra è il nipote di Michele Navarra, medico mafioso di Corleone.
Dichiarazioni al vetriolo che hanno suscitato le reazioni sdegnate di Davide Faraone, il quale ha bollato come “giustizialiste” le dichiarazioni dell’ex presidente della Regione. “Caro Davide -risponde Crocetta-, non sono giustizialista, sei tu leggerino ed imprudente. Tant’è che sono disposto a cambiare idea su Navarra, quando il rettore aiuterà il popolo siciliano a capire le malefatte della mafia, come faceva Peppino Impastato”.
“Navarra, invece, di minacciare querele -chiosa Crocetta-, organizzi una bella conferenza stampa, durante la quale ci potrà dire tutto quello che è a sua conoscenza sugli ignobili delitti e comportamenti dei suoi parenti. Non è un problema di giustizialismo, ma necessita di conoscere la verità. Quella verità che non si riesce mai a sapere”. Insomma questa tornata elettorale, anche in Sicilia, sembra un vero spartiacque per il PD, sempre più partito personale dell’ex rottamatore Matteo Renzi.