Neve a Roma, il Codacons denuncia: «Gli errori di Raggi costati 500 milioni»
Ammonterebbe a circa 500 milioni di euro il conto che i romani dovranno pagare per questi due giorni di neve. La stima è stata fatta dal Codacons, che sul caso ha presentato un esposto alla Corte dei conti. L’associazione di consumatori chiede di accertare la correttezza dell’operato dell’amministrazione sul fronte delle misure adottate in relazione al maltempo, dalla chiusura delle scuole, ordinata dal sindaco, al noleggio di mezzi spazzaneve, che poi si sarebbero rivelati inadatti per le strade della città, fino a eventuali sprechi di soldi pubblici.
La stima del Codacons sul costo dell’emergenza neve
Il conto di 500 milioni di euro si basa su una stima legata proprio alla minore produttività nella Capitale e ai danni subiti da strade, parchi, alberi, infrastrutture e via dicendo. «Non è possibile che Roma Capitale – anziché organizzare un adeguato intervento e una task force per garantire, anche attraverso gli spargi sale, un intervento tempestivo per impedire il formarsi del ghiaccio sulle strade e in particolare in prossimità delle scuole per consentire agli alunni la possibilità di accesso – firmi una ordinanza per la chiusura anche per la giornata del 27 febbraio 2018 di tutte le scuole di ogni ordine e grado in tutto il territorio cittadino», si legge nell’esposto, in cui si sottolinea che «tutto questo potrebbe tradursi in notevole ulteriore danno all’economia e alle famiglie».
L’esposto alla Corte dei conti
L’associazione di categoria prosegue poi parlando di «utilizzo improprio dei fondi pubblici di assoluta gravità» e ricordando le notizie di cronaca secondo cui il Comune avrebbe speso un milione di euro per «spazzaneve inadatti», acquistati all’ultimo minuto «perché ci si è accorti troppo tardi che quelli a disposizione non erano sufficienti». «Mezzi molto pesanti arrivati da una ditta del Piemonte, molto adatti per la neve ad alta quota, e considerati inadeguati per i dieci centimetri romani», ha sottolineato ancora il Codacons, chiedendo quindi alla Corte dei Conti di «accertare i fatti nel loro reale svolgimento verificando l’effettiva utilizzazione dei fondi pubblici per fini indispensabili che il legislatore ha posto alla base dell’intero sistema al fine di fare chiarezza e trasparenza e, quindi, colpire eventuali abusi che dovessero risultare perpetrati e se nella fattispecie possa configurarsi uno spreco di denaro pubblico a danno della collettività».