Mercenari Isis persino dai Caraibi: da Trinidad e Tobago partiti in cento
Oltre 100 cittadini dell’arcipelago caraibico di Trinidad e Tobago hanno raggiunto lo Stato islamico in Siria, su un totale di 1,3 milioni di abitanti. Lo scrive il Guardian, sottolineando che si tratta di uno dei più alti tassi di reclutamento jihadista del mondo. Fra le reclute più famose, Tariq Abdul Haqq, promettente pugile premiato ai giochi del Commonwealth prima di morire in combattimento in Siria, e Shane Crawford, alias Abu Sa’d al-Trinidadi, intervistato sulla rivista dello Stato Islamico, Dabiq, come esempio per i combattenti. Repubblica anglofona ricca di petrolio, Trinidad e Tobago comprende una minoranza musulmana, pari al 10% della popolazione, in gran parte moderata. Tuttavia nel 1990 vi fu un tentativo di colpo di Stato condotto dal gruppuscolo islamista Jamaat al Muslimeen. Il suo leader, l’imam Yasin Abu Bakr, ha trascorso alcuni anni in carcere. Tornato in libertà, ha ripreso a predicare idee estremiste affiancato dal foglio Fuad. Il procuratore generale di Trinidad e Tobago, Faris al Rawi, spiega che sono state prese misure, compresi scambi d’informazioni d’intelligence con Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna, per tenere sotto controllo l’eventuale ritorno dei foreign fighters sopravvissuti. Secondo al Rawi, la situazione non è più grave di altri Paesi. E l’antropologo Dylan Karrigan sostiene che gli jihadisti caraibici non sono attirati tanto dalla religione, quanto dal desiderio di denaro e appartenenza. E’ lo stesso meccanismo, spiega, che spinge giovani uomini a entrare nelle gang: la promessa di una famiglia, ruoli maschili e l’accesso a denaro, potere, donne e rispetto.