La moglie di Renzi in auto col permesso gratis? Matteo smentisce, FdI conferma
«Guardate questa foto. E domandatevi fino a che punto può arrivare la malafede. Alcuni politici del centrodestra, anziché fare il lavoro per il quale sono pagati, hanno pedinato per giorni mia moglie. E poi hanno scattato la foto di Agnese che, tornando da scuola, sta entrando nel Lungarno Diaz, accanto agli Uffizi». Lo scrive su Facebook Matteo Renzi, postando la foto della macchina guidata dalla moglie nelle strade di Firenze su cui è scoppiata una polemica politica. «Alcuni giornali e molti siti oggi ci sono saltati sopra. E scrivono: Vedete, la Casta? La moglie di Renzi passa dalle corsie preferenziali -prosegue il leader del Pd-. Chiunque conosca Firenze sa che – durante i lavori di questi mesi – quella strada è l’unico passaggio per poter tornare a casa, in via Guicciardini. Un passaggio obbligato. Gli stessi scrivono che la famiglia Renzi parcheggia gratis a Firenze -prosegue Renzi-. Per stare a Firenze noi abbiamo affittato (come molti che stanno in centro) un posto auto in un garage. Pagando come tutti. I giornali e i siti che hanno scritto il contrario potranno devolvere il risarcimento danni all’Ospedale Pediatrico di Firenze, il Meyer».
La replica di Fratelli d’Italia non si fa attendere: «Malafede, complotti, fake news, giornalisti da querelare. Mancano solo le piaghe d’Egitto ad abbattersi su Matteo Renzi e poi tutto davvero giocherà contro di lui, una vera persecuzione. Peccato però che nella risposta alla nostra denuncia, degna del miglior copione comico, il segretario del Partito democratico si sia dimenticato di spiegare ai cittadini perché sua moglie può permettersi di parcheggiare gratis in tutta Firenze, quello che nessun fiorentino può fare se non con un permesso speciale concesso dal sindaco Nardella. Credevamo di averlo chiesto chiaramente nel nostro video, quindi siamo certi che si tratti solo di una dimenticanza: lo può precisare?”. Così gli esponenti di Fratelli d’Italia – il capogruppo in Consiglio comunale di Firenze Francesco Torselli e il capolista in Toscana alla Camera Giovanni Donzelli – commentano la difesa del segretario del Pd sul caso del pass auto concesso alla moglie Agnese Landini. «Il permesso di cui gode la moglie è un vero e proprio privilegio concesso con l’avallo dell’amministrazione fiorentina – continuano Torselli e Donzelli – e non lo diciamo noi, ‘fomentatori senza argomenti’, ma le risposte ufficiali del Comune e della partecipata Sas che abbiamo già diffuso: si tratta di un pass istituzionale concesso ‘su indicazione della segreteria del sindaco’ che permette anche di circolare liberamente in aree pedonali e corsie preferenziali, cosa che con nessun permesso residente è consentita. Purtroppo non è la prima volta che Renzi piange dopo essere stato colto in fallo per aver fatto il furbetto: ormai siamo abituati, ma non rassegnati, ai suoi metodi», aggiungono Torselli e Donzelli.
Dai … non siamo troppo severi con Matteo e diamogli atto che noi ci abbiamo provato per decenni ma lui è stato il solo a sconfiggere definitivamente il partito comunista. BRAVO !!!!
Signori Torselli e Donzelli ma avete mai sentito parlare di Giorgio Almirante o di Giuseppe Tatarella,probabilmente no se no invece di improvvisarvi detective e perdere il vostro prezioso tempo vi occupereste delle criticità degli Italiani: lavoro,giustizia,scuola, sanità,diritti,povertà.Io andrei a raccontare questa importante scoperta fiorentina ai lavoratori dell’Embraco che attendono risposte vere anche dalla politica.Io voterò Centro Destra perché tutto sommato rappresenta la scelta più ragionevole però che pena e che delusione vedere la mia Toscana rappresentata da queste bizzarre figure trasformatisi come per magia in segugi dal fiuto infallibile.Giovani cosa aspettate a farvi avanti, c’è bisogno di Voi.
renzi ha fatto l’ennesima, sciagurata, figuraccia. Ormai è bollito e sta portando alla deriva il PD. Fermatelo prima che sia troppo tardi
Ma perché fermarlo? lasciatelo fare che è l’unico che finalmente ha capito che è ora di distruggere il PD