Incidente ferroviario, il racconto di una vittima: «Temevo di non farcela»
«Sono fortunata a essere viva. Ora sto bene, ma provo rabbia perché tutti noi pendolari sappiamo benissimo in che condizioni viaggiamo». È la testimonianza di Daniela Sassi, ferita durante l’incidente ferroviario di Pioltello e ricoverata al Policlinico di Milano in chirurgia d’urgenza. Arrivata con le costole incrinate e la clavicola rotta, dovrebbe essere dimessa a breve. «Su ritardi o sulle temperature ci si passa sopra, ma noi abbiamo visto diverse volte treni che scintillavano o sentito puzza di bruciato. Non si può morire per andare a lavorare», ha spiegato la donna.
Il racconto dell’incidente ferroviario
«Sono un po’ rotta, ma il tempo metterà a posto sia le ferite fisiche che quelle psicologiche. Ricordo ogni momento, ogni istante. Purtroppo, perché se avessi dimenticato qualcosa non avrei diversi episodi di crisi. Sono stata lucida in ogni istante», ha raccontato ancora la pendolare ferita, ripercorrendo la dinamica dell’incidente. «Abbiamo iniziato a vibrare, si sentiva il treno che saltava e subito abbiamo capito cosa stava succedendo. L’ho anche detto che eravamo usciti dai binari e il treno stava deragliando. C’è stato panico, paura di non vedere casa».
Il panico e il sostegno degli altri passeggeri
«Mi sono tenuta ai braccioli, ferma, in attesa di quello che sarebbe stato. Una volta avuto l’impatto – ha proseguito la signora Sassi – mi sono trovata bloccata e incastrata. Avevo una visione limitata, sentivo gente che urlava e che scappava. Intorno a me vedevo la desolazione, le prime luci dell’alba, il silenzio. Chi poteva usciva dal treno, chi non poteva chiedeva aiuto». «Fortunatamente – ha concluso la donna – una persona mi ha aiutato a liberarmi parzialmente e questo mi ha aiutato a respirare. Diverse persone mi hanno aiutato giù dal treno e mi hanno dato la forza di resistere in attesa dei soccorsi».