Giorgia Meloni da Fieragricola di Verona difende il Made in italy (video)
Fratelli d’Italia in difesa del Made in Italy. ”Oggi sono alla Fieragricola di Verona, che da 120 anni racconta l’eccellenza italiana. In questi anni l’agricoltura è stata trattata come la Cenerentola della produzione della nostra economia ma l’Italia può stare sul mercato della globalizzazione solo se investe sulla specificità e qualità del nostro prodotto. Nel programma di Fratelli d’Italia una priorità assoluta è la difesa feroce del made in Italy e del nostro marchio”. Lo dichiara in una nota il presidente di Fratelli d’Italia e candidato premier, Giorgia Meloni. In mattinata la leader di FdI era tornata sulla campagna elettorale, attaccando i 5Stelle: ”I Cinquestelle dicono una cosa agli italiani e l’esatto contrario (a porte chiuse) ai poteri forti. Così Di Maio, da politico navigato qual è, in piazza grida contro gli inciuci e a tavola con la grande finanza garantisce la disponibilità dei grillini a un governo con Pd, Forza Italia e Lega Nord. Ancora una volta Fratelli d’Italia si conferma l’unica garanzia contro inciuci e alleanze contro natura”, aveva scritto su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia.
Anche Coldiretti torna sulla difesa del Made in Italy: un pacco di pasta su tre in Italia, fatto con grano straniero non ha alcuna indicazione per i consumatori. Ma a breve, tra due settimane, arriverà l’etichetta d’origine per fare finalmente chiarezza su quello che è il prodotto simbolo del made in Italy. Ad affermarlo è la Coldiretti che sempre alla Fieragricola di Verona ha mostrato in anteprima le prime confezioni di pasta ma anche di riso con l’indicazione della provenienza, a due settimane dall’entrata in vigore del decreto che metterà in trasparenza quello che i cittadini portano in tavola. “Una novità che è il risultato della guerra del grano lanciata da Coldiretti con decine di migliaia di agricoltori scesi in piazza – si legge in un comunicato – per difendere il Granaio Italia contro l’invasione di prodotto straniero, spesso di bassa qualità e trattato con sostanze vietate nel nostro Paese, e le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione, con una drastica riduzione delle semine e il rischio di abbandono per un territorio di 2 milioni di ettari coltivati situati spesso in aree marginali”.