Dalla Ue 176 milioni alla forza inter africana. Ma non è la strada giusta

23 Feb 2018 14:42 - di Redazione

Sono 450 gli jihadisti uccisi in Sahel nel quadro dell’operazione militare francese Barkhane, in corso fra Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad. A tracciare il bilancio dell’operazione partita nel 2014, è stato il ministro della Difesa Florence Parly, intervistata da Le Parisien. Dei 450 jihadisti uccisi, ha sottolineato, 120 sono stati neutralizzati nel corso dell’ultimo anno, mentre 150 sono stati consegnati vivi alle autorità del Mali. Succeduta all’operazione Serval, l’operazione Barkhane impiega dall’agosto 2014 una forza di 4mila soldati francesi impegnati contro i gruppi jihadisti del Sahel, fra cui Ansar Din e Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). Le due operazioni sono costate la vita a 22 soldati francesi, 12 dei quali rimasti uccisi a partire dal 2014. Le ultime due vittime risalgono a mercoledì scorso. L’operazione Barkhane ha contribuito anche al disarmo dei gruppi jihadisti: la Parly ha riferito che sono state sequestrate 22 tonnellate di materiale destinato alla fabbricazione di razzi e ordigni esplosivi. Intanto la comunità internazionale ha promesso 414 milioni di euro a favore della forza militare del G5 Sahel che dovrà combattere il terrorismo nella regione. L’annuncio è arrivato al termine di un vertice che si è tenuto a Bruxelles e l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini, ha sottolineato che questa cifra “supera le nostre aspettative iniziali”. L’Ue contribuirà con 176 milioni di euro, che comprendono anche i soldi stanziati da alcuni Paesi a livello individuale. La Forza del G5 Sahel mette insieme le truppe di Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger e ha bisogno di circa 500 milioni di dollari per poter essere pienamente operativa. Va detto che finora le forze interafricane chiamate a dirimere le controversie n el continente non hanno mai funzionato, come dimostra il fatto che attualmente sia la Francia che se ne occupa, e così come l’Unione africana non ha mai risolto i problemi, La Ue continua e seguire la strada sbagliata, per di più sprecando soldi.

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