«Armiamo gli insegnanti per reagire in caso di attacco»: fa discutere l’ipotesi di Trump

22 Feb 2018 9:03 - di Gabriele Alberti

«Armare gli insegnanti per reagire in caso di attacco in una scuola». E’ l’ipotesi al vaglio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per evitare stragi come quella del giorno di San Valentino in una scuola di Parkland, in Florida, in cui sono morte 17 persone. Un’ipotesi che farà molto discutere e lo stesso presidente Usa lo sa: «Capisco che è un’ipotesi controversa, ma siamo qui per ascoltare» ha detto Trump durante un incontro alla Casa Bianca con studenti, docenti e genitori del liceo Douglas. La strage in Florida è una ferita non facilmente riparginabile.

Solo un’ potesi

Armi sì, armi no, limiti, controlli: la discussione è controversa e i punti di vista divergono. «Una zona senza armi, per un maniaco, è un invito a entrare e attaccare perché sono tutti codardi. Ma se ci fossero degli insegnanti capaci di usare le armi da fuoco, questi potrebbero mettere fine all’attacco molto velocemente» ha affermato Trump, aggiungendo che questo «varrebbe solo per quei i professori che hanno frequentato un addestramento speciale». Il presidente ha anche appoggiato le richieste per migliorare i controlli sui detentori di armi o potenziali tali. «Saremo molto duri sulle verifiche di background e porremo un’enfasi molto forte sulla salute mentale» ha detto, menzionando anche la possibilità di alzare i limiti di età per l’acquisto di armi. «Ascoltiamo, poi ci mettiamo subito al lavoro. E non solo a parole come in passato – ha affermato – lo risolveremo».

Tra lacrime, appelli, rabbia e dolore, le testimonianze si sono susseguite viaggiando lungo toni diversi: dalla disperazione inconsolabile di uno studente che nella sparatoria di Parkland ha perso il suo migliore amico. Alla frustrazione di un padre che, con riferimento al killer 19enne, al presidente ricorda: «Se non è grande abbastanza per comprare una birra non dovrebbe essere in grado di comprare un’arma». E la rabbia incontenibile di un altro genitore che tuona: «Sono arrabbiato… perché non vedrò più mia figlia. Quanti altri ragazzi ancora? Non chiuderò occhio fino a quando non si farà qualcosa!». Un tono certo irrituale quest’ultimo per un intervento alla Casa Bianca, ma che va avanti per minuti e non si placa. Immagini – tra l’altro trasmesse in diretta da vari network Tv – che di certo faranno discutere, proprio nel giorno in cui migliaia di ragazzi in Florida e a Washington hanno lasciato le loro classi per scandire il loro appello ultimo: «Mai più».    Il presidente Trump da parte sua promette ascolto e azione. Sono qui “per ascoltare”, ha sottolineato in apertura dell’evento alla Casa Bianca, tornando a garantire che si lavorerà sui controlli e le verifiche cosiddette di ‘background’ per i detentori di armi o potenziali tali, ha menzionato la possibillità di alzare i limiti di età per l’acquisto di armi, è tornato quindi a rimarcare anche la necessità di vigilare sulla salute mentale. «Ascoltiamo, poi ci mettiamo subito al lavoro. E non solo a parole come in passato. Lo risolveremo», ha affermato.   Intanto  chi protesta disertando le ore di lezione potrebbe subire gravi ritorsioni. Varie scuole stanno minacciando gli studenti che hanno in programma di manifestare in tutti gli Stati Uniti per chiedere leggi più ferree sulle armi. Soprattutto in Texas. Il sovrintendente del distretto scolastico Needville Independent School, di Houston, Curtis Rhodes, ha avvertito in un post su Facebook che «chiunque partecipi a proteste di stampo politico sarà sospeso per tre giorni», indicando che saranno tutte le scuole pubbliche della città a non tollerare le manifestazioni durante l’orario scolastico.   Tutto ciò mentre Scott Israel, sceriffo della contea di Broward, in Florida, ha ordinato a tutti gli agenti di girare armati nelle scuole.  La discussione sulle armi è solo all’inizio.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *