Aggressione turca in Siria, i curdi resistono. Putin è preoccupato
La Turchia e i ribelli dell’Esercito siriano libero suoi alleati hanno preso il controllo solo del tre per cento della provincia di Afrin, nella Siria nordoccidentale, dal lancio dell’offensiva militare Ramoscello d’ulivo il 20 gennaio. Sarebbero 67 i civili uccisi e 185 quelli rimasti feriti dall’avvio dell’operazione, ma le fonti non concordano, le vittime sarebbero molte di più. Intanto una ragazza turca di 17 anni, di nome Fatma Avlar, è morta nell’attacco con razzi lanciato ieri dalla Siria contro la provincia frontaliera turca di Hatay. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu che attribuisce l’attacco ai “terroristi del Pyd-Pkk”. Secondo la ricostruzione, due razzi sono caduti nella città di Reyhanli, uno dei quali ha distrutto il muro di cinta di un’abitazione, danneggiando la casa e alcuni veicoli nei pressi. Fatma è morta in ospedale per le ferite riportate mentre un altro civile è rimasto ferito. Gli sviluppi dell’operazione militare turca in corso nella zona di Afrin nel nord della Siria solleva preoccupazione a Mosca. La Russia sollecita le parti coinvolte “a esercitare contenimento”, ha affermato la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova. “Continuiamo a seguire gli sviluppi della situazione nel nord della Siria: è di profonda preoccupazione”, ha affermato.
turchi abituati a commettere genocidi stragi ed altre atrocità, vergogna ,che il mondo c.d. civile, papa compreso facciano finta di nulla, questa è omissione di soccorso, , viva il curdistan indipendente
Turchi e Russi sono la stessa melma