Rutelli: non cancellate i nomi nelle strade, le biografie vanno guardate bene

26 Gen 2018 19:13 - di Redazione

No al revisionismo della toponomastica romana. A dirlo, dopo l’annuncio della sindaca Virginia Raggi sull’intenzione di rimuovere dalle strade i nomi dei firmatari del manifesto fascista sulla razza, è l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Dice infatti Rutelli in un’intervista al Messaggero: “Nel fare questo tipo di scelte, e farle a distanza di 80 anni dai fatti, cioè dalle leggi razziali, occorre valutare bene. Vogliamo cancellare dalla storia e in certi casi dalla toponomastica, tutti quelli che hanno aderito alla Repubblica di Salò, quelli che hanno lavorato al Minculpop o all’Eiar?”. E Continua: “Una personalità come Giovanni Spadolini scrisse sul settimanale La Difesa della Razza: bisogna togliere tutte le strade che lo ricordano? E cambiare nome al Policlinico Gemelli, visto che padre Agostino Gemelli fu tra i maggiori sostenitori delle politiche anti-ebraiche? E non dimentichiamo che molta parte dell’intelligheniza progressista e comunista partecipò a quel magnifico cantiere culturale che fu la rivista Primato, voluta da Bottai”.

A Rutelli viene inoltre chiesto conto dell’intitolazione da parte della sua giunta di una strada allo scienziato  Edoardo Zavattari, firmatario anche lui del manifesto sulla razza: il suo merito – ricorda Rutelli – fu di avere donato alla città di Roma le sue collezioni facendo nascere il museo di zoologia. Si può cambiare, ammette Rutelli, ma non si possono inchiodare le biografie dei  personaggi storici a una fase della loro vita. Il revisionismo storico contingente, di parte, in definitiva rischia di essere senza fine. “Vogliamo abolire la salita dei Borgia – dice ancora Rutelli – perché quella è stata una famiglia di grandi mecenati e di grandi papi ma anche profondamente corrotta? Vogliamo abolire le strade e anche il nome del Policlicnico di Roma, intitolate a Umberto I, perché applaudì alla repressione di Bava Beccaris? O vogliamo a Roma cancellare via Lenin? E se arriva un governo pacifista in Italia, sopprimere tutte le strade intitolate agli eroi di guerra?  E lo dico io – conclude Rutelli – che ho avuto un nonno, Mario Gentili, che ospitò e protesse a casa sua un ragazzo ebreo e che oggi è tra i giusti delle nazioni nel sacrario Yad Vashem”.

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