“Il prossimo attentato dell’Isis in Europa? Potrebbe compierlo una donna”
Il prossimo attentato in Europa dell’Isis potrebbe essere commesso da una donna o più donne insieme. A rivelarlo il giornale belga Het Laatste Nieuws che è venuto in possesso dei verbali di un interrogatorio di un capo dell’Isis catturato in agosto in Siria. L’uomo ha rivelato che lo Stato islamico ha addestrato numerose donne europee per metterle in condizioni di compiere attentati kamikaze da sole o in gruppo.
Addestrate come gli uomini e pronte a tutto
L’ipotesi investigativa è che queste donne siano rientrate in Europa e siano divenute “cellule dormienti” in attesa di avere il via libera sull’attentato da compiere. Proprio il fatto che una donna possa compiere un attentato la renderebbe, secondo i miliziani dello Stato islamico, meno esposta a controlli e in grado di entrare più facilmente nelle maglie di sicurezza di luoghi all’apparenza inaccessibili.
“Queste donne vogliono morire da martiri per l’Isis”
Secondo il giornale belga, i servizi di sicurezza americani avrebbero ottenuto anche alcuni nomi e cognomi di alcune delle aspiranti kamikaze. Due donne di nazionalità olandese e una proveniente dal Belgio sono già state identificate. Si sa che si sono addestrate in Siria e che hanno fatto uso di armi e di esplosivi. Proprio la dimestichezza delle leonesse del Califfato con armi ed esplosivi avrebbero creato del malcontento tra le truppe dell’Isis, non abituate a donne che si comportano come uomini.
A giugno arrestata una ragazza piemontese dell’Isis
In Italia ha fatto scalpore l’arresto nel giugno scorso di una ragazza di Alessandria. Lara Bombonati, 26 anni, si era convertita all’Islam abbracciando la causa jihadista. Ha cambiato il suo nome in Khadija e si era recata in Siria, per combattere con i miliziani dello Stato islamico. Tornata in Italia, è stata arrestata dalla Digos. E il gip ha convalidato l’arresto, visto che dalle intercettazioni la giovane avrebbe detto di volere morire da martire per l’Isis. «Dagli elementi di indagine – denota il gip – emerge che non ci troviamo di fronte a un mero interessamento all’Islam, e al terrorismo ovvero a un mero soggetto invasato, ma siamo di fronte a una vera e propria condotta partecipativa in associazioni con finalità terroristiche».