Il “canna business” prospera anche in Italia, già 400 i negozi aperti

15 Gen 2018 16:58 - di Redazione

Aumentano in maniera esponenziale i negozi del canna business, sono oltre 400 in tutta Italia. In otto città su dieci è presente un growshop, dalla Lombardia che dispone di 67 esercizi alla Capitale che conta 36 negozi distribuiti in tutta la provincia. Questo il dato censito nel 2017 da Magica Italia, la guida italiana pubblicata dalla rivista Dolce Vita, dedicata al mondo della cannabis, che ha rilevato tutti gli esercizi legalmente riconosciuti nelle 20 regioni italiane e suddivisi per 107 capoluoghi di provincia,registrando dal 2005 una crescita pari al 300%. ”I growshop non sono semplici attività commerciali. Oggi rappresentano dei punti di riferimento per gli amanti della cultura della canapa e dei veri e propri hotspot antiproibizionisti”, spiega sulla rivista Matteo Gracis, direttore editoriale di Dolce Vita. Nonostante in Italia la cannabis ricreativa non sia legale, spiega la guida, durante lo scorso anno la versione light ha fatto registrare un vero e proprio boom. “Dal centinaio di punti vendita registrati nel 2005, il mercato ha subito un cambiamento complessivo e allo “sballo” si stanno sostituendo i prodotti per la coltivazione, il tessile e l’alimentare”. A giudizio del senatore Carlo Giovanardi, il boom di questo tipo di negozi ”è un fatto diseducativo difficile da contrastare. Bisogna studiare bene la questione dal punto di vista dell’illusione che danno al consumatore. Ma il dato negativo – dice – è che è una sorta di propaganda di incentivazione all’uso della cannabis”. Sotto il cappello growshop rientrano tutte le tipologie di negozio, tra questi ci sono gli headshop (articoli per fumatori, ovvero accendini, posacenere, cartine, cilum, narghilè, bong e vaporizzatori), gli hempshop (articoli e prodotti riguardanti la canapa o derivati-realizzati con la stessa, abbigliamento, cosmetica, alimenti, libri, riviste, dvd), gli smartshop (vendita di sostanze psicoattive legali come integratori o composti di origine naturale e sintetica) e i seedshop (vendita di semi di cannabis a scopo collezionistico). Il business si è strutturato negli anni in tre diverse forme, rileva Magica Italia: il negozio singolo di proprietà, le realtà che da un singolo negozio si sono sviluppate creando un franchising più o meno articolato, e i distributori che si occupano di rifornire anche gli altri negozi. I prodotti più richiesti e venduti negli headhop italiani sono i semi di cannabis, che in Italia vengono commercializzati per i collezionisti. Basti pensare che tra le tre principali varietà e incroci (Sativa, Indica e Ruderalis) esistono almeno 300 varianti. Al secondo posto la cannabis light, le infiorescenze di canapa a contenuto legale di Tha. Al terzo posto gli articoli per la coltivazione e il giardinaggio, dalle lampade ai fertilizzanti, dalle serre domestiche ai manuali.

Commenti

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  • Ferruccio Silvano Bravi 15 Gennaio 2018

    Se l’Italia fosse invasa dai pidocchi il sedicente vicario di
    Cristo starebbe dalla parte dei pidocchi.