Candidature, il medico di Lampedusa dice no a Grasso. Ma c’è un retroscena…
«Pur onorato della fiducia e considerazione riposte su di me da Liberi e Uguali, ho riflettuto molto sulla proposta di candidarmi alle prossime elezioni politiche e sono giunto alla decisione di rifiutare la candidatura». Lo annuncia
all’Adnkronos Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, la cui candidatura al Senato per Liberi e Uguali era stata annunciata nei giorni scorsi da Massimo D’Alema. «Ritengo che in questo momento storico sia maggiormente utile ed efficace impegnare la mia figura e professionalità nell’azione sanitaria ed umanitaria che da quasi trent’anni rivolgo, da medico e da uomo, alla popolazione lampedusana ed a quanti approdano sulle coste della mia isola – prosegue Bartolo – È mia intenzione, inoltre, perseverare nell’opera di sensibilizzazione sul tema dell’immigrazione che da due anni, attraverso la mia testimonianza, cerco di portare avanti andando per scuole, università, associazioni e luoghi istituzionali in Italia ed all’estero».
Fin qui sembra non esserci nulla di strano. Senonché scoppia la polemica dentro LeU. Peppino Caldarola rivela infatti un retroscena capace di mandare su tutte le furie i vertici del nuovo partito di sinistra. Il direttore della rivista ItalianiEuropei spiega infatti su Facebook che Pietro Bartolo non sarebbe stato candidato in Sicilia e non al Nord. Lancia per questo un appello ai vertici di LeU: «Chiedo un gesto a Bersani e D’Alema per costringere il vertice di LeU, compreso Grasso, a riportare Bartolo fra la sua gente. Se per favorire un burocratino si sacrifica Bartolo siamo veramente alla frutta».