Arabia Saudita, cancelli aperti anche alle donne: venerdì tutte allo stadio
Dopo il permesso di mettersi al volante di un automobile, le autorità saudite rompono un altro storico tabù e, soprassedendo ai rigidi dettami comportamentali imposti dalla shaaria e dalla nomenclatura propedeutica a secoli e secoli di convenzioni sessiste, apre i cancelli degli stadi anche alle donne. Per la prima volta, infatti, anche loro potranno assistere dagli spalti a una partita del campionato di calcio locale. E quanto accaduto nel giugno di 3 anni fa a Teheran, quando la ragazza anglo-iraniana Ghoncheh Ghavami, è stata arrestata e condannata a un anno di prigione per aver provato ad assistere a una partita di pallavolo maschile della World League, non dovrà più ripetersi: almeno non in Arabia Saudita.
Arabia Saudita, stadi aperti anche alle donne
Dunque, a partire da questo mese – e come annunciato nel corso del 2017 – per la prima volta in Arabia Saudita le donne potranno assistere alle partite del campionato professionistico di calcio in diversi stadi. Il match “evento”, allora, quello dell’esordio, o meglio dell’ingresso agli spalti delle donne, è in programma venerdì al King Abdullah International Stadium di Gedda e vedrà fronteggiarsi Al-Ahli e Al-Baten. Non solo: come ha annunciato in una nota il Centro per le comunicazioni internazionali, legato al ministero saudita della Cultura e dell’Informazione, oltre alla partita di venerdì, le donne potranno assistere anche ad altri due incontri: quelli tra Al-Hilal e Al-Ittihad, in programma sabato nella capitale Riad, e tra Al-Ittifaq e Al-Faisaly, previsto giovedì 18 gennaio a Dammam.
Per loro si aprono gli stadi di Riad, Gedda e Damman
La svolta era stata annunciata lo scorso ottobre dall’Autorità generale per lo Sport della monarchia del Golfo che, nell’illustrare i termini della “concessione” estesa anche alle tifose saudite, aveva anche spiegato che, con l’inizio del nuovo anno, alle donne sarebbe stato permesso entrare specificatamente in tre impianti del regno: il King Fahd Stadium della capitale Riad, il King Abdullah International Stadium di Gedda e il Prince Mohammed Bin Fahd Stadium di Dammam. Ma, come noto, una rondine non fa primavera: l’Arabia Saudita resta comunque il Paese della segregazione dei sessi, dove molti edifici hanno ingressi separati per donne e uomini ed è il Paese in cui le donne sono sottoposte al sistema della tutela: affidata ai “guardiani” delle saudite – i padri, i mariti, i fratelli – che devono concedere loro il permesso anche per studiare o viaggiare. Entrare allo stadio, insomma, è forse l’ultima dei desideri che, se le saudite avessero potuto, probabilmente avrebbero chiesto di poter vedere esaudito…
Non sarà che hanno permesso alle donne di guidare per scagliarle contro la folla nelle nostre città? Comunque, se si presentassero negli stadi vestite col burka, rischierebbero di intimorire i loro beniamini!
Ogni cosa ha un inizio
gutta cavat lapidem