Feste, lusso, escort gay: le spese pazze del parroco con i soldi delle offerte
La Procura di Massa Carrara, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte spese ”allegre” di don Luca Morini, 56enne di Pontasserchi, parroco nella provincia apuana, soprannominato “don Euro”, ha chiesto il rinvio a giudizio del sacerdote, del vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, monsignor Giovanni Santucci, e dell’ex prete, Emiliano Colombo. Ne ha dato notizia oggi Il Tirreno . La conferma è arrivata poi dalla Procura di Massa Carrara. Il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro, ha comunque sottolineato che la posizione di monsignor Giovanni Santucci, «all’interno delle nostre indagini risulta comunque marginale»”. Dalla diocesi, con una nota, è stato sottolineato che «in relazione alle notizie sulla richiesta di rinvio a giudizio per il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, si precisa che ad oggi monsignor Giovanni Santucci non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte della procura, né direttamente né attraverso i propri legali, circa gli addebiti che gli vengono contestati».
L’inchiesta parte nel 2015 quando un escort napoletano rivelò alla stampa il suo rapporto con don Morini, parlando di grandi disponibilità economiche del parroco, che partecipava a feste su yacht, compra scarpe di lusso e che avrebbe persino tenuto un “tesoretto” Arrivarono poi tante denunce dei fedeli sull’impiego, a scopi personali, delle offerte. Diverse le ipotesi di reato contestate agli indagati. Per Morini, parroco prima ad Avenza poi di Fossone e Caniparola, il processo è stato chiesto per truffa ed estorsione nei confronti dei fedeli, al vescovo contestata la frode e l’estorsione in relazione a presunte pressioni che avrebbe fatto su un’assicurazione per concedere a don Morini un punteggio di invalidità superiore al dovuto e per un passaggio di denaro dal conto della Curia a quello del parroco. Ricettazione infine l’ipotesi di reato per Colombi, accusato dalla procura di aver aiutato Morini a nascondere soldi sul suo conto.